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Twik: in radio con “Il vero me”

Un punto di partenza da cui emanciparsi e riconoscersi. Il tutto fatto ricco da un brano che tra colori irlandesi e qualche reminiscenza prog, si sviluppa in soluzioni per niente scontate. Esce “Il vero me” il nuovo singolo dei Twik.

Saper lasciare andare. Ma anche saper lasciarsi andare… cosa conta di più?
Sicuramente entrambi sono importanti. Per essere felici davvero bisogna saper lasciare andare per far entrare qualcosa o qualcuno di nuovo nella nostra vita, più giusto per noi. Noi Twik abbiamo avuto l’opportunità di lavorare insieme, lasciando andare ciò che nella vita avrebbe potuto precludere la nostra conoscenza, ma ci siamo anche lasciati andare per dare sfogo alla nostra creatività e alla nostra vera essenza, proprio come raccontiamo nel nostro ultimo singolo “Il Vero Me”.

Quali riferimenti dietro questo suono? Ci sento tanta spiritualità e rock progressivo anni ’70…
Forse potrebbe sembrare strano, ma ad una prima stesura del brano pensavamo molto a una componente ritmica africana mischiata ad sound più simil pop moderno. L’intervento dei synth in un secondo momento potrebbe strizzare l’occhio al prog anni ‘70, ma a dir la verità stiamo riscontrando questo accostamento solo dopo che alcune persone ce lo stanno facendo notare. La parte spirituale è sempre molto presente nei nostri brani, e possiamo affermare con certezza che sia stata influenzata da artisti come ad esempio Radiohead e Sigur Ros.

Una copertina dall’aria fanciullesca… come mai?
Il Vero Me rappresenta una rinascita, un nuovo inizio, come quando ti alzi la mattina baciato dal sole e ti svegli diverso, con tanta energia, pronto finalmente a dare svolta alla tua vita.
Il protagonista della copertina (realizzata da Andrea Valerio) sa perfettamente cosa sta lasciando alle spalle, ma allo stesso tempo è determinato ed ha le idee chiare su ciò che lo aspetta.

Chi è il vero te? Il vero voi… il vero io… come raggiungerlo?
Questa è una domanda probabilmente più grande di noi! Siamo in costante ricerca per scoprirlo. Abbiamo immaginato di raggiungere il vero noi in un’isola lontana da tutto e tutti, l’isola della felicità, dove si balla e si canta a squarciagola, dove si commettono errori ma con il sorriso, dove non ci sono limiti e dove c’è tanta libertà, dove la vita è vita vera, dove il verde è terra che noi comandiamo a nostro piacimento senza rovinarla.

 

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