Ci è piaciuta molto questa frase che in qualche modo adattiamo per il titolo di quest’articolo. È lo stesso STONA che commenta l’ultima grande canzone che chiude la tracklist di questo disco dal titolo “Storia di un equilibrista” prodotto da Guido Guglielminetti, capobanda di De Gregori e non solo. In merito proprio al commento di “Santa pazienza”, Stona ci dirà: “Ci ho messo 40 anni per scriverla e 4 minuti per cantarla!!!”.
Una grande canzone di stampo classico che chiude un disco che da questo stile in qualche modo cerca l’evasione e l’evoluzione. Un lavoro poliedrico di canzone d’autore sociale e intima di pensieri, di figure allegoriche, di metafore per raccontarci il mondo che vive intorno a noi ogni giorno. Elettronica composta ma anche un bellissimo suono curato dallo stesso Guglielminetti e altre firme importanti come la batteria di Elio Rivagli e il pianoforte di Carlo Gaudiello. Sentori di radici classiche della canzone d’autore che però si rivestono di una visione moderna e frizzante, leggera e accattivante anche nei temi più impegnativi. Fino a chiudere il cerchio in una seducente ultima canzone che sottolinea con mestiere la bellezza della grande scuola classica di un cantautore italiano.
Leggiamo il nome di Guido Guglielminetti e poi ascoltiamo le figure presenti in questo disco. La tua letteratura musicale sembra in linea con la carriera di certi musicisti. È un caso oppure sto cercando connessioni che non esistono? Perché se penso a Guido Guglielminetti penso anche a tantissima canzone d’autore che si nutre di metafore ed immagini… secondo te le cose in qualche modo sono collegate?
Ti ringrazio e ti posso dire che queste canzone erano li’ forse da molto tempo e chiuse a chiave in qualche cassetto… qualcosa si è sbloccato e sono venute fuori sorprendendo me per primo; lavorare poi con Guido Guglielminetti naturalmente è un onore e un incentivo ad alzare il livello in termini di impegno e professionalità… mi trovo ancora spaesato a pensarmi in qualche modo legato al termine “canzone d’autore”; non so se è il mio mondo, quello che so è che abbiamo creato un album vero, molto personale e anche divertente nei testi e nella musica suonata sopratutto; abbiamo messo da parte l’idea di seguire il mainstream e ci siamo semplicemente dedicati a fare quello che ci piaceva.
Debiti forti anche verso Daniele Silvestri non trovi? Cosa senti di aver preso da lui… se hai preso qualcosa?
Questa cosa me la stanno dicendo in tanti e mi fa naturalmente piacere ma anche ridere perché devo dirti che in realtà non mi sono avvicinato mai troppo al mondo di Silvestri… lo considero sicuramente un grande della nostra musica con una capacità nello scrivere fuori del comune… ma ho altri artisti in testa
Un equilibrista è un’immagine perfetta direi per i tempi che stiamo vivendo. Eppure lui riesce sempre a restare in piedi… noi tutti spesso si casca…
L’idea di base del disco è stata proprio questa… viviamo tempi complicati, di corsa dove lo streaming appena finito è già preistoria, e tutti noi siamo li in bilico a dover far quadrare i conti… forse la ricerca di un equilibrio interiore sta nel far pace con se stessi e la pazienza è uno degli ingredienti principali… non a caso l’ultimo brano del disco che si distacca molto dal resto è proprio “santa pazienza”.
Elettronica. Questo disco è assai educato in questa direzione. Cosa ti porta ad una scelta di questo genere viste le mode del momento?
Come ti dicevo prima abbiamo deciso di non seguire le mode e il mainstream… così facendo stanno suonando tutti uguale e sono davvero pochi quelli che lasciano il segno; sono un po’ stufo in effetti di questa situazione per cui pur mantenendo naturalmente delle linee attuali da seguire abbiamo deciso semplicemente di fare quello ci pareva e di essere rispettosi della musica che ci piace.
E poi la chiusa del disco assolutamente raffinata e assolutamente fuori tema rispetto al resto. Ecco: questa è una classica canzone da Guido Guglielminetti… giusto per dare facili etichette. Non trovi?
Si l’idea di chiudere con questo brano è stata proprio di Guido; è stata una fortuna avere questo pezzo fra le mani… “Santa pazienza” era una canzone destinata a restare fuori dal disco inizialmente… aveva un altro testo che non mi convinceva per niente; poi un giorno è arrivata l’idea giusta. Ci ho messo 40 anni per scriverla e 4 minuti per cantarla!!!