“Due” è l’esordio dei REFILLA. “Due” come la vita di ognuno. “Due” come un medicinale da prendere costantemente. “Due” come la rivoluzione che non inventa ma da nuova forma alle cose esistenti. “Due” come uno stile che non ha nome.
Un nuovo disco per i REFILLA che si presenta in chiavetta USB come fosse una capsula salva vita, con tanto di bugiardino e la promessa di non svendersi con cose banali. “Due” è il titolo che racconta di come ci siano estremi e tra gli estremi ci sia una vita in mezzo e di come questa vita sia realmente piena e decorosa solo quando la consumiamo tra follie naturali e salutari. Insomma un disco contro l’omologazione.
Un lavoro che festeggia la verità e le differenze dell’individuo. Grande importanza per questi testi a corredo di un sound elettronico, rap da un parte, pop dall’altra. Sul canale sono ben 3 i video ufficiali. E noi siamo qui a parlarne come sempre…
L’intervista ai REFILLA
Interessante questa uscita in USB: ce la raccontate?
Volevamo fare qualcosa di diverso dal solito CD. Nei testi, nella musica, nella comunicazione e quindi anche nella stampa fisica abbiamo cercato la coerenza nella ricerca di qualcosa di nuovo, di poco visto o sentito.
Secondo voi, tanto per restare sul tema, la forma DISCO o comunque il supporto ha perduto di valore e di senso mediatico?
Chi ascolta la musica oggi nel 2018 non la ascolta se fai il CD il vinile o qualsiasi altro supporto. La musica è essenzialmente gratuita e fruibile online su diversi portali. Va da se che il ‘disco’, nell’accezione classica, diventa un oggetto da collezione, più che un vero e proprio supporto dove ascoltare musica.
E questo ritorno al vinile voi come la vedete?
Il passato che ritorna. Certo è che il vinile in se non è un mezzo per ascoltare musica, bensì un oggetto che la gente acquista perché si sente parte di un qualcosa. Un vero e proprio oggetto da collezione.
E di questo disco: come mai il tema del dualismo vi ha catturato così? Insomma, ad ogni alpha c’è un’omega? Le vie di mezzo?
Scriviamo quello che viviamo. Ossia una realtà intrappolata tra due estremi: quello della routine e quello delle passioni. Così capita che anche chi è innamorato del bianco o del nero si ritrovi in un mondo fatto di tante scale di grigi.
Niente etichette con i Refilla… davvero la vostra musica è poliedrica. Non pensate sia una “scomodità” per chi ha bisogno di riferimenti per orientarsi?
Può essere. Certo è che se scrivi musica non lo fai per cercare una classificazione. Noi scriviamo per necessità e quello che esce è frutto della sola spontaneità del processo di scrittura. Cercare di scrivere per ‘accontentare’ gli altri è fallimentare.