Un titolo che potrebbe essere fuorviante eppure la dice lunghissima. In questa rubrica di interviste e recensioni diamo spazio a nuove realtà, nuova musica e tantissime altre produzione che non siano le solite che il main stream ci propone a ripetizione…e spesso il livello di queste scende in abissi che non ci rendiamo conto. Le coverband cosa c’entrano? Il fenomeno che noi definiamo – accodandoci ad una nutrita schiera di compagni del “movimento” – deletereo e cancerogeno, ha origini e intacca moltissimo le scene locali, soprattutto in provincia. E dalla provincia Siciliana che i Karbonica costruiscono la loro musica inedita in una carriera forgiata in anni su grandi palchi e club notturni. E ad oggi, sul loro territorio, hanno vinto loro, ed è il grande pubblico a dirlo e a dimostrarlo in ogni loro live. Che bellissimo messaggio per la nuova scena artistica italiana…noi ci accodiamo a molti che l’hanno sottolineate nelle tante interviste e recensioni che i Karbonica hanno ottenuto in rete e non solo. Questo disco dal titolo “Quei colori” ha il suono italiano, ha la forgia del pop rock da copertina, ha la grinta e la personalità ingenua di esordio da una parte e di chiarezza espressiva dall’altra…un primo lavoro che poi tanto acerbo non è…e si sente.
Mi piace sempre partire dai nomi: e l’anidride carbonica, che io sappia, uccide. Sbaglio?
L’anidride carbonica uccide se considerata singolarmente, costituisce allo stesso tempo qualcosa di essenziale nell’atmosfera. La musica può allo stesso tempo trattare temi scomodi e se vogliamo per qualcuno velenosi, tuttavia spesso questi temi sono realtà oggettive che nessuno può ignorare e con cui tutti conviviamo. L’obiettivo è chiaramente quello di stimolare e incuriosire le teste pensanti e se vogliamo creare o rafforzare una coscienza di massa su alcuni problemi che stanno logorando la nostra società e che stanno escludendo un futuro dignitoso a molti di noi.
Sono uno che spesso si documenta in giro e vedo che le etichette con voi non hanno pietà. Mettiamole da parte perché ho l’impressione che mai abbiate avuto l’opportunità di dire la vostra. I Karbonica, davvero questa volta: chi sono? O meglio ancora: sono chi rappresentano?
I Karbonica sono quello che suonano, in questo nostro lavoro “Quei colori” abbiamo voluto fare un focus sulla società moderna, ma anche un viaggio dentro noi stessi per cercare il vero valore e senso delle cose (questo chiaramente emerge dal brano Quei colori o La tua città). Sappiamo bene oggi cosa va di moda, ma il nostro sound è questo! Le etichette possono essere un aiuto solo se hanno le competenze e i mezzi per poter promuovere un progetto musicale, in certi casi forse si può correre da soli, noi abbiamo fatto questa scelta. Aggiungo che oggi le etichette indipendenti più intraprendenti sono parecchio concentrate su generi come L’Indie-Alternative, pop/elettronica o addirittura sulla musica cantautorale. Noi apparteniamo ad altra scuola di pensiero, se volete considerateci dinosauri, ma le nostre scelte rispecchiano i nostri gusti musicali e le nostre personalità, a noi piace il rock old school e il nostro pubblico questo lo sa bene!
In genere – e capita soprattutto con gli esordi – che dopo un breve periodo il disco prodotto vi sta già stretto. A voi è capitato?
No, non è capitato affatto, siamo contenti del nostro lavoro ed orgogliosi di averlo prodotto con le sole nostre forze.
Riascoltandolo, per voi che ne conoscete ogni angolo: la prima cosa che cambiereste?
Ascoltando “Quei colori” siamo contenti di averlo fatto così. Se potessimo registrarlo di nuovo oggi, probabilmente lo eseguiremmo con più enfasi e rabbia, verrebbe probabilmente fuori un disco più rock e dai suoni più grezzi. Probabilmente perché suonando il disco dal vivo sono arrivati spunti sull’esecuzione e sui suoni che in studio non erano arrivati, chissà forse la nostra vera dimensione è quella live, un disco ripreso dal vivo?! Questo è tutto quello che sappiamo dirvi.
Andiamo a spulciare tra le righe dei significati e della filosofia del disco. “Quei colori”…ma secondo voi la verità delle cose ha un colore solo? Oppure il vostro colore è altrettanto vero come quello di chi ci vede un altro colore?
La verità ha tanti colori, noi ne abbiamo considerati 10, come le tracce che compongono “Quei colori”. Noi non siamo dei guru, non abbiamo tutte le risposte ai perché della vita, non conosciamo i misteri di cui è intrisa questa società, di certo ci piace ragionare con la nostra testa e se possibile farci forza con la nostra musica per dire ciò che pensiamo e per raccontare ciò che vediamo. Quello che per noi ha un colore, per altri può averne uno diverso, non ci macchiamo di certo dell’errore di considerare i nostri punti di vista una verità assoluta, non vogliamo convincere a tutti i costi i nostri interlocutori o il nostro pubblico, vogliamo semmai sollevare dubbi, la curiosità porta ad arricchire le nostre conoscenze e la cultura è la strada per la vera libertà degli uomini. Ogni cosa assume una forma e un colore diverso, dipende tutto dal punto di vista.
Il rock americano di questo disco? A chi lo dobbiamo? Perchè non mi prendete per pazzo se pezzi come “La tua rivoluzione” hanno forti gusti alla Foo Fighters…
Un po’ lo dobbiamo al rock ascoltato per anni da tutti i componenti della band, non esiste una band o una scuola di pensiero, di fatto molta musica che abbiamo ascoltato chi più chi meno non era neanche americana (Led Zeppelin, AC/DC ecc.). Hanno contribuito molte realtà musicali, ma soprattutto quelle degli anni ’70, ’80 e se vogliamo pure ’90.