Esordio assoluto che arriva oggi in radio e non solo. Un primo singolo per il cantautore pugliese Nereo, figlio del pop attuale, dipinto tra forme classiche e contorni digitali disegnati al seguito di una produzione interessante firmata dalla Crescendo Audioregistrazioni, di Luigi Patruno che darà i natali a questo primo disco di prossima uscito titolato “Danze cosmiche”. Oggi esce “Senza voce”, singolo bandiera di una sensibilità pop di gusto e alti riferimenti, da Mango alla liquidità di un certo movimento main stream. Una scrittura che parla di amore, di tossicità, di rapporti che si celano dietro maschere velenose e spesso fuori controllo. Ma non solo questo: dall’ascolto arriva anche la tenerezza di chi sa imporre la bellezza oltre la misura del buio. A tutto questo, che è dell’anima umana, non servono parole.
Un esordio che cade in un momento storico in cui ricordiamo vivo e drammatico il dolore che provoca la violenza quotidiana sulle donne. Anche questo è un amore di tossicità vero?
Assolutamente sì. Condanno ogni forma di violenza perché credo fermamente sia espressione di debolezza e precarietà individuale. Un violento (donna o uomo) è un debole che non ha saputo trovare percorsi di efficacia del sé. Nel caso del mio brano, parlo soprattutto di quell’oscuro narcisismo che porta a generare rapporti disfunzionali, di violenza, se vogliamo, in cui uno inevitabilmente prevarica l’altro.
Per te, per un cantautore di musica leggera, l’amore cosa diventa? Ispirazione, vita quotidiana… cos’altro?
Premetto che aborro i testi cantautorali imbevuti di populismo e temi pretestuosi. Non mi piace quel tipo di elaborazione musicale che strizza l’occhio alla politica, alla deriva delle nuove tecnologie, al bullismo, soprattutto per colpire e acchiappare consensi. Credo sia molto più difficile parlare d’amore senza ricorrere al trinomio “sole cuore amore” piuttosto che fare sfoggio di cultura, politicizzazione, controcorrentismo e compagnia cantante. Per cui nelle mie canzoni canto l’amore personale, sofferto, articolo un alfabeto sentimentale che spero possano condividere quelli che ascolteranno “Senza voce”.
La canzone sposa i cliché del pop main stream e si macchia di elettronica. Dunque passato, presente o futuro per la tua visione della musica?
Ho cercato di preservare la mia parte romantica, la mia predilezione per la musica popolare e, con l’aiuto dei produttori artistici, ho portato tutto questo in una dimensione moderna. Sarei ipocrita se dicessi di non voler abbracciare “le masse”, dunque trovo perfettamente riuscito l’arrangiamento. Sono convinto anche che non esistano pezzi pop a priori, ma belle canzoni che diventano popolari perché la gente se ne appropria, affezionandosi, e le usa anche per raccontare ed esprimersi. Le canzoni sono indubbiamente modalità di comunicazione.
Il disco che uscirà prossimamente lo hai intitolato “Danze Cosmiche”: un titolo assai visionario. Ce lo racconti?
Il titolo dell’album si rifà alla frase di uno dei pezzi presenti: “una danza di voci che il cosmo spalancherà”. In quella canzone, che si potrà ascoltare tra qualche tempo, parlo della mia personalità, dei miei percorsi di vita, e del fatto che la musica e il canto sono sempre stati un modo per connettere la terra al cielo, il nostro pianeta all’universo tutto, l’individualità alla partecipazione. Alla luce di questo, l’album è un racconto di epifanie, proprio relative alla scrittura, perché i miei pezzi sono nati dal nulla, da un Big Bang inaspettato, da un’ispirazione che proviene da uno spazio lontano. In alcuni brani si respira effettivamente un’atmosfera di dilazione, di attesa, un po’ come le meccaniche del cosmo.
“Senza voce” invece sembra inneggiare a significati che non hanno bisogno di spiegazioni, non hanno bisogno di voce. Almeno questa è la nostra chiave di lettura. Dicci la tua…
Senza voce è in filigrana una richiesta di voce. La disperazione per una relazione difficile ha portato a queste note acute cantate agli orecchi sordi del passato.
A quando un video ufficiale?
L’attuale situazione epidemiologica ha rallentato un po’ la produzione del videoclip. Resta comunque uno dei passaggi fondamentali per la promozione di questo pezzo.