Si intitola “Il Coraggio” questa grande prova d’artista di Miranda Cortes, musicista francese di stanza a Venezia che giunge grazie alla sempre puntuale attenzione della RadiciMusic ad una pubblicazione impegnativa e (se mi si concede il termine) definitiva in quanto a manifestazione di se. Un disco dentro cui la fisarmonica la fa da padrona, dentro cui è la contaminazione nella sua totale libertà primigenia a fungere da fulcro e da ispirazione per la trame del disco. Avanguardia in un senso nobile ed elegante, dal tango al rock passando (timidamente) per i suoni elettronici ma lasciando ovunque quel senso di reale e di istintivo. In rete campeggia il video di “Cortango”, un estratto del brano più esteso che troviamo dentro la tracklist ufficiale e che nel video ospita la regina della maschera italiana, Eleonora Fuser. Un lavoro dunque che par divenire un disco difficile, impegnativo, che richiede e pretende un ascolto privo di ottusa necessità del conosciuto. Evasione e immersione.
Io partirei dal concetto di maschera che campeggia dentro questo video… per te cosa significa?
Direi che La maschera rappresenta ciò che non ci è dato di sapere, dietro di lei potrebbe nascondersi di tutto, com’era in effetti la sua funzione rituale in origine quando le persone agivano senza essere riconosciute. Personalmente la considero inquietante per la sua immobilità, per la sua assenza di vita, una sorta di ipnosi mescolata alla paura. L’attrice Eleonora Fuser, un gran Maestro nella Commedia dell’Arte veneziana e una mia cara amica, è la protagonista indiscussa del video. Indossa la maschera della Strega, la prima maschera al femminile inventata dal lei negli anni ’80, quando la Commedia dell’Arte offriva nel suo repertorio solo maschere maschili.
Il video ritrae l’incontro tra la Maschera e la Musica, insieme volteggiano, si annusano, si guardano e si conoscono.
E parlando di coraggio, prendendolo a prestito dal titolo di questo disco? Oggi cos’è il coraggio e cosa significa per te?
Il coraggio è il sale della vita, è saper fare un passo avanti, osare, saper navigare nelle burrasche degli oceani umani inseguendo la giustizia, l’onestà, l’amore per il prossimo, valori immutabili che dovrebbero guidare la nostra esistenza su questa pianeta. Altrimenti che senso avrebbe vivere? Sottrarsi da questa responsabilità umana non avrebbe senso. I papaveri rossi che ho scelto come copertina del mio cd sono un esempio di coraggio, perché sono piccoli fiori delicati piegati al vento, eppure con grande forza rimangono ben saldi al terreno.
Un disco come questo di Miranda Cortes è un disco di grande coraggio. La sperimentazione, la ricerca, lo studio… un linguaggio decisamente lontano dal mondo liquido di oggi. Tu come ti ci rapporti?
Come mi rapporto con il mondo di oggi? Sono molto scettica in generale, nel senso che i media di largo consumo hanno dimenticato da lungo tempo la funzione primaria per cui erano stati creati, ovvero quello di acculturare le menti con la ricerca, la conoscenza profonda delle cose… Ha vinto la Tv di Mediaset con lo svago ad ogni costo, la semplificazione, il livellamento dei gusti e questo accade non solo sul piano musicale ma in generale su tutti gli aspetti divulgativi. Pertanto chi fa ricerca oggi addentrandosi in linguaggi che chiedono ascolto viene etichettato come “difficile” oppure di “nicchia”,quando invece basterebbe un pochino di disponibilità in più per capire quello che si sta ascoltando… Che dire? Assolviamo il compito di sollecitare la curiosità altrui! Un disco come il mio può essere ascoltato da chi è curioso di conoscere al di la di tutto, e in fondo mantengo una speranza che possano essere in tanti…
Parliamo di produzione… quanto hai lasciato all’ispirazione del momento, all’improvvisazione e quanto ha seguito didatticamente una partitura scritta?
Tutte queste fasi sono state inevitabilmente presenti, il bello del registrare in studio sta proprio nel fatto che il mondo sonoro è a tua disposizione per creare e poi smontare e poi rifare! Alcuni brani come “Sempre”, “Prière dans la nuit”, il “Treno, Promenade”, “La Terre et le Ciel” nascono sulla carta, per settimane mi mettevo a tavolino con la mia fisarmonica e scrivevo, scrivevo…; altri brani come “Valse lunaire”, “Cortango”, “Le Tarn” sono il prodotto di situazioni in cui in parte li suonicchiavo già da un po’ e solo successivamente assumevano una codificazione integrale. L’omaggio a Jacques Brel è firmato con la mia penna, struttura e testo sono uguali ma l’interpretazione è molto diversa dall’originale, più frizzante! “Cortango” è un gioiellino costruito tra repliche teatrali in cui suonavo la prima parte e giornate di registrazione in cui creazione e scrittura si fondevano sotto gli sguardi attoniti dei tecnici del suono. Una bellissima esperienza, che si concluse con molti complimenti per il risultato finale. L’improvvisazione esiste negli assoli come in “Le Tarn”, “Il Treno”, “Le Diable”, “Valse lunaire” e così hanno fatto anche i miei ospiti Michele Pucci, Marco Pucci e Michele Sguotti e Emmanuele Praticelli
Ed ora che piano piano si torna a regime di vita normale, dal vivo che cosa possiamo aspettare?
“Un regime di vita normale” potrebbe essere proprio il titolo di una mia futura canzone, ora che mi ci fai pensare…. dal vivo potremmo aspettarci che si torni a fare Cultura così come l’Arte reclama. Io propongo questo ultimo lavoro in duo con un violoncellista, risultato: da non perdere …