Lo conosciamo bene Michele Fenati, conosciamo quel suo classicismo misto a pop d’autore raffinato, elegante, leggero di figure e di allegorie. La vita scorre dentro questo disco di inediti dal titolo “Dall’altra parte del mare” dove campeggia il brano dedicato a Secondo Casadei dal titolo “Il mio nome è Aurelio” e dove ovviamente si rintraccia quel modo di pensare alla canzone che di certo ha fatto storia e coltivato tradizioni.
Il suono di questo disco è assai pulito: si resta ancorati alle scuole classiche?
Una certa influenza classica è inevitabile. La semplicità è anche il mio gusto personale.
Avrei sperato, conoscendoti, un approccio anche molto più classico… o sbaglio?
È un disco che raccoglie brani scritti in epoche diverse ed è un mix di varie fasi della mia carriera. C’è uno stile classico che a volte si fonde con il pop o con la ricerca sonora.
E dal vivo questo disco come suona?
I live devono emozionare e coinvolgere e questo è il mio obiettivo. Non mi interessa riprodurre fedelmente dal vivo quel che è stato registrato in studio, mi interessa che il messaggio venga recepito.
Sai una cosa che salta all’orecchio? Che ti sei divertito tanto… e spesso la voce lo tradisce… vero?
Assolutamente si. Il divertimento è l’essenza della musica e in questo caso il coinvolgimento è stato totale e in piena armonia.
In chiusura: si fa i conti con se stessi dentro questo disco?
È un disco nel quale mi racconto e racconto storie che chiunque, se vorrà, potrà fare sue.