Eccolo “Tempu d’Amuri”, il nuovo singolo di suoni dal mondo che ci regala il cantautore catanese Manuel Castro, brano che avevamo annunciato il giorno della sua uscita e che oggi cerchiamo di approfondire. Dalle tinte un turche, forse addirittura apolidi, dalle pieghe indiane o forse addirittura sfacciatamente europee, con questa lingua siciliana che più che un dialetto è la perfetta incarnazione del mondo, un traghetto verso un concetto esteso di umanità e ti geografia. E denuncia la violenza certamente ma anche realizza in canto la speranza. Questa “Tempu d’Amuri” è davvero una canzone importante. E qui la RadiciMusic sembra non aver sbagliato il suo colpo…
Una canzone che ha tutto il peso di essere umanitaria…E se ti chiedessi quanto c’è di biografico?
Sicuramente di biografico c’è la mia visione del mondo o del mondo in cui vorrei vivere. C’è anche la necessità di esprimere un messaggio che possa essere seme di una nuova ricerca e di nuovi modi di affrontare i cambiamenti epocali a cui siamo sottoposti che secondo il mio punto di vista continueranno a non produrre Bellezza e Felicità nell’Uomo. Oggi invece abbiamo bisogno di meno economia e più felicità.
I colori accesi di questo video sono parte integrante della narrazione… almeno questa è la mia chiave di lettura. Perché tu ti sei nascosto tra il chiaro/scuro di uno sfondo buio?
Non mi sono nascosto, volevo solo fare da narratore e lasciare lo spazio all’alternanza di immagini crude e di immagini che noi tutti vorremmo vedere e vivere fatte di gioia, aggregazione, sorrisi e speranza.
Che rapporto hai con gli uomini di questa terra? Domanda forse assai epica ma spero che tu possa trarne la giusta lettura…
Ognuno di noi è un viaggio, un’esperienza, una storia, mi piace confrontarmi e mettermi in ascolto, ovviamente non è sempre facile. Oggi però ho una consapevolezza maggiore di ciò che cerco nelle persone, ceco di imparare, di prendere il meglio ma anche di lasciar andare quando sento che non c’è corrispondenza emotiva o intellettuale. Non è un atto discriminante ma serve anche questo a prendersi cura di sé stessi. Il rapporto con le persone e come il rapporto con il cibo, se c’è qualcosa che ti fa male puoi provarlo una volta ma se vedi che è dannoso per la tua salute cerchi qualcosa di migliore e più salutare.
E ho anche l’impressione che il suono tenda a narrare di uomini che provengono dall’oriente o dai Balcani, dalla Turchia piuttosto che dalla Penisola Arabica… sbaglio forse?
Ovviamente non potevo inserire proprio tutti gli strumenti del mondo quindi sicuramente qualche parte ne è rimasta fuori da un punto di vista sonoro, ma ho cercata di integrarla all’interno delle immagini nel video.
E per restare in tema: se così fosse, il resto del mondo? Che ruolo ha avuto?
Volevo abbracciare il mondo da est a ovest da nord a sud, oggi credo che ci siamo bisogno di un risveglio globale, viviamo per la maggior parte del tempo addormentati e il mondo in cui viviamo ne è la prova. Dobbiamo prima di tutto trovare il coraggio e fare un viaggio dentro noi stessi per riscoprirci e portare il nostro piccolo aiuto là fuori.
Mi hai detto del lato biografico. Ma se ti chiedessi se questa canzone serve a te in prima persona a far pace con te stesso, con il mondo che hai attorno?
Sicuramente questo lavoro ha avuto un effetto catartico su di me, infatti è uscito in un momento in cui ha realizzato una nuova visione di me stesso che mi sta portando ad essere in pace col mondo. Nel frattempo però sto continuando ad affilare le armi del guerriero, in quello che Coelho definisce il Buon Combattimento.