Torinese Luca Breuza, cantautore pop, vincente di gusto classico che non abbandona per nessuna ragione quei filamenti digitali del nostro futuro. Canta la follia romantica in questo disco dal didascalico titolo “Non è follia”, anche title track di questo Ep che troviamo nei principali canali di distribuzione. Un video solenne, tra le vette di una montagna, la sfida di un uomo, l’incontro con la sua dama ovviamente in abito nuziale e il suono che ripercorre a pieno la grande scuola italiana main stream. Fondamentale l’incontro con Luca Sala (autore insieme a Kikko Palmosi e Francesco Silvestre dei Modà, di “Non È L’inferno” brano vincitore di Sanremo 2012 portato al successo da Emma Marrone) a determinare forme e dettagli di grande maturità.
La mia prima curiosità: perché la montagna per questo video?
La montagna e i boschi li abbiamo scelti, insieme al regista, perchè volevamo un posto che fosse poco riconducibile al luogo dove avremmo girato per poter dare spazio alla storia ed enfatizzare il significato del video.
E poi ti chiederei: per Luca Breuza cos’è la follia?
La follia è ciò che spinge a metterci in gioco, a superare i nostri limiti e potrei andare avanti… senza un pizzico di follia anche le semplici giornate sarebbero monotone, no? In fondo un pizzico di follia, non guasta mai.
E parlando di follia romantica, follia d’amore come immagino inneggi
al video come dentro tutto il disco… che sia questa la cura di
moltissime piaghe sociali di oggi?
Come dice una famosissima canzone “Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è l’amore”.
L’amore, in tutte le sue forme, credo proprio che sia la cura sì.
E in questo la musica pop quanto può funzionare visto che oggi siamo
immersi in trasgressioni di forma e di genere?
Può funzionare perchè la musica è come un discorso che bisogna fare alle persone giuste che ti ascoltano. La trasgressione è passeggera poi alla fine ci devono essere contenuti seri di base per poter essere credibili e che le persone si possano riconoscere.
E le tue trasgressioni artistiche? Hai mai pensato a rivoluzionare
questo suono?
Assolutamente si, sono aperto a nuove esperienze sonore e collaborazioni anche “Folli”