Lei è Libera de Santis, in arte Libera, che approda ad un progetto di inediti dal titolo “Virgo” pubblicato da Emic-Entertainment e che fotografa quel nuovo soul italiano ampiamente prodotto seguendo direzione internazionali e assai classiche, anche pensando ad un certo modo di pensare alle metriche con cui incastrare suoni e liriche. Un progetto liberatorio in molti sensi, dolcissimo nel suo modo di dedicare alla musica e alla libertà una confessione di esistenza e di resistenza. Per la produzione di Nicola Bavaro sfilando i suoni di Ivano Zanotti alla batteria (Ligabue, Vasco Rossi, Loredana Bertè, Federico Poggipollini), Alberto Linari alle tastiere (Manolo Badrena, Loredana Bertè, Federico Poggipollini) e Diego Quarantotto al basso (Lola Stonecracker, GC Project, ART). Ambizioso certamente, elegante e per niente ridondante di cliché… di verginità intesa come nuovo inizio e nuova consapevolezza.
Partiamo subito dai moniker, dai nomi, dalle etichette. Cos’è Virgo?
“Virgo” è un concetto, rappresenta qualcosa di vergine, di nuovo, di ”sperimentale”, un progetto dove ho fatto i conti con i miei pensieri, le mie paure e le mie emozioni. Virgo è anche femminilità, passione, sentimento. In cinque lettere rappresenta quello che sono e quello che ho voluto trasmettere attraverso le canzoni.
Ed è assai evocativo questo moniker che ti porti dietro. Cos’è per te la libertà?
Per me libertà significa poter essere sé stessi sempre, senza aver paura di un eventuale giudizio e senza sentirsi in difetto. Libertà vuol dire essere fieri di essere ciò che si è, senza desiderare di essere qualcun altro. Purtroppo spesso siamo portati continuamente a volerci diversi da quello che siamo, ma dovremmo essere più coraggiosi e accettarci con i nostri pregi e i nostri difetti.
Una corona di musicisti e una produzione davvero importante per questo tuo primo lavoro. Come ci sei arrivata?
Diciamo che da cosa nasce cosa. La mia etichetta Emic Entertainment ha da subito creduto nel mio progetto: da lì abbiamo intrapreso un percorso che ha portato alla formazione del team che ha dato vita al mio primo Ep “Virgo”. Con Nicola Bavaro (produzione e arrangiamenti), Ivano Zanotti (batteria), Alberto Linari (tastiere) e Diego Quarantotto (basso) abbiamo avuto da subito un grande feeling e questo ci aiutati a portare a termine il lavoro con molta professionalità, ma senza farci mancare la parte più importante della musica: il divertimento.
Un cliché che fluttua tra sfumature urbane e contorni dall’eros accattivante. E poi ci sembra interessante la scelta dell’italiano. Insolita direi anche… come nasce?
La scelta dell’italiano nasce semplicemente dall’esigenza di comunicare al meglio. Essendo la mia lingua madre riesco a trasmettere e ad esprimermi in maniera più diretta e onesta.
Sembra un controsenso alla parola “libertà” l’uso di cliché così spietati e assai utilizzati… non trovi?
I generi musicali hanno le loro prerogative, dei loro codici e un loro stile. Non trovo che agire all’interno di alcune regole o cliché sia un controsenso rispetto al concetto di “libertà”, al contrario questo mi permette di esprimermi al meglio giocando in un determinato territorio a me congeniale. Scrivo le canzoni per raccontare e raccontarmi, ma anche per esprimere opinioni, per spingere l’ascoltatore ad una riflessione. La musica permette di comunicare con un linguaggio semplice e di facile comprensione: è la caratteristica che preferisco e credo che questo rappresenti una grande libertà sia per chi crea, ma soprattutto per chi ascolta.