Modo rap e rock fondano un incontro decisamente interessante nelle trame che fondamentalmente sono del pop. E qui non si scappa nonostante le tante derive che questo disco promette e mantiene. “I ragazzi della Fam” è il nuovo lavoro del collettivo indipendente La Famille: in questo tempo distopico, futuristico e decisamente digitale anche dentro i suoi cliche, ancora nascono e vivono i collettivi d’arte e di intenti e noi li sottolineiamo con estremo fascino. In circolo il disco di queste 4 voci dentro cui vive anche di una salute analogica un rock di periferia davvero anacronistico per quanto poi dal mix del tutto si torna sempre ad un certo stilema digitale. Un progetto assai interessante…
Un nuovo disco che arriva in che momento del vostro percorso? Chi o cosa state diventando secondo voi?
Dal 2015 ad oggi sono cambiate tante cose. Siamo partiti che eravamo una crew rap per arrivare ad oggi con un suono ed una formazione ben diversa. Questo album racchiude bene tutto il nostro percorso artistico, arrivando in un periodo di grandi cambiamenti. Ora come ora siamo tutti sparsi per il nord Italia (e alcuni componenti anche in giro per il mondo), ma siamo sicuri che il nostro rapporto lavorativo e di amicizia è destinato a continuare nel tempo, nonostante la lontananza e le strade diverse che si prendono nel corso della vita, e questo disco ne è la prova.
Parliamo del suono? Ci sembra molto alla ricerca di stilemi di grandi scuole anni ’90 e 2000… cosa ne dite?
L’origine del suono dei “Ragazzi della Fam” parte da 4 giorni in un bilocale in affitto a Torino, nei quali abbiamo messo assieme idee e provini dei 2 anni precedenti. Abbiamo scritto tanto, realizzato le prime idee di produzioni e soprattutto siamo stati assieme. Dopo 3 sessioni di questo tipo avevamo l’embrione del disco nelle tasche. Quello che è successo nei mesi successivi per finalizzare i brani è stato coinvolgere musicisti con diversi background e culture musicali ben lontane dalla nostra dimensione (metal, funk, jazz) . Questo ci ha permesso di raggiungere un suono mai sperimentato prima da noi, arricchendo il suono con diverse correnti musicali.
Nel video di “Incipit” però abbiamo l’approccio e il gusto di una band rock a lavoro. E il connubio tra mondo digitale e acustico è un’altra chiave importante per il vostro lavoro. È corretto?
Il video racchiude in 3 minuti quello che è stato un anno di lavoro in studio. Più o meno le sessioni andavano così, cercavamo di esserci sempre tutti, anche se magari quel giorno dovevamo fare solo delle chitarre o delle batterie. Questo ci ha permesso di rendere sempre personale anche il lavoro dei turnisti che ci hanno affiancato e apprendere attraverso la condivisione di mondi completamente diversi. Questo approccio da band, oltre che nelle sessioni in studio, si evidenzia molto anche nella dimensione live dove, quando è possibile, ci piace salire sul palco nella formazione completa quindi oltre alle 4 voci, anche con i vari strumenti che caratterizzano questo album.
Il collettivo La Famille dunque da quante anime artistiche è composto?
Inizialmente eravamo 4 voci (Antonio, Mirco, Leonardo e Pietro). Negli anni si sono aggiunti diversi produttori (Andrea, Alessandro e Cristian) e in seguito anche musicisti (Daniele il batterista). Inoltre abbiamo diversi ragazzi che ci aiutano nella parte di produzione grafica, merchandising e Booking (Jonathan e Fabrizio). In totale siamo in 10 Ragazzi della Fam, ogni uno con il suo ruolo è un forte apporto personale al progetto.
Ma il collettivo è aperto o resta chiuso nel suo organico ormai rodato?
La cosa interessante nella storia dei Ragazzi della Fam è che in 7 anni di carriera non abbiamo mai avuto perdite di componenti. Anzi, come detto in precedenza si sono aggiunti sempre più nomi, teste e anime. Siamo sempre aperti alla collaborazione e a qualsiasi valore aggiunto che una persona può dare al collettivo, non ci stupirebbe se nel prossimo disco ci fosse qualche nome in più.