Eccolo tra le mani il nuovo disco di Ivan Francesco Ballerini, disco dal titolo “Ancora libero” pubblicato di recente dalla RadiciMusic di Firenze e che vede la produzione artistica di Alberto Checcacci e una riconferma per quel che riguarda la regia dei suoi video affidata come sempre a Nedo Baglioni. Disco che a breve troveremo anche in una release in vinile se solo il maledetto covid la smettesse di intaccare anche la normale routine dei corrieri e delle linee di produzione. E di questo disco la rete ci regala ben 3 clip ufficiali a cui è stato ampiamente destinato il compito di raccontare e anticipare in qualche modo tutto il lavoro. Ma è doveroso fare un passo oltre le normali coordinate e addentriamoci in questo solco… come direbbe qualcuno.
“Ancora libero” è parola, parola cantata fatta di quel gusto popolare che significa delicatezza , poetica e vita di tutti i giorni dentro forme assai comuni, con assonanze e rime mai troppo elaborate e poi nessuna distanza aulica e dotta tra l’io narrante e il pubblico… che poi siamo tutti noi, non bisogna dimenticarlo mai. Dunque Ballerini riconferma questo legame con la gente che ha attorno, riconferma una prossemica fatta di cose semplici e di empatie per niente extra-ordinarie… e raccontati così, l’amore come il futuro, sembrano aver più forza, sarà che non assumono la forma di un extraterrestre imbottito di chissà quale conoscenza negata ai più.
“Ancora libero” è un disco di attualità laddove la lirica di Ballerini sfida il trend digitale che la vita sfoggia quasi in ogni direzione. La semplice canzone diventa anche il pretesto per svegliare le coscienze verso scelte che a lui – come a molti – sembrano custodire un motivo di verità. Dunque ci par coerente e determinato a rifiutare anche il progresso e la tecnologia (e la produzione di questo disco lo dimostra), ci sembra che sia doveroso affidarsi quasi esclusivamente alle tradizioni fatte di manualità e di suono analogico per entrare davvero nel pensiero del cantautore toscano. E il suo messaggio arriva forte e chiaro: torniamo alla vita vera, fatta di cose che possiamo toccare con mano, fatta di carne e di ossa, torniamo alle emozioni pure. Nella liquidità di oggi, prendere posizione è qualcosa che stona con le abitudini… Ballerini lo fa, senza violenza o presunzione, senza sfoggiare chissà quale arroganza… e di nuovo, anche in questo caso, torna ampiamente utile l’uso di un linguaggio di marzapane, di parole di carta e di colori pastello.
“Ancora libero” dunque è un disco di cantautorato classico. E qui i rimandi a quelle melodie alla Baglioni o ad un più ricercato vocalismo proprio di Mario Castelnuovo (a cui il nostro decisamente sembra ancorarsi e qui su tutti svettano le strofe di “Da mondi lontani” o la scioglievolezza più “magra” di basse frequenze che troviamo in “Ho imparato” o come lo sviluppo che la voce imposta dentro le primissime battute di “Cambiare vita”), sembra trasportare questo disco nella pulizia della tradizione italiana, dove campeggiano chitarre acustiche e suoni puri, dove la produzione è solidificata con sicurezza dentro cliché che non si avventurano mai ma che anzi dimostrano un equilibrio indistruttibile nel muoversi dentro i confini di cui sopra.
Ballerini sa bene come scrivere una canzone che realizzi tutto questo e in “Ancora libero” lo ha ampiamente dimostrato. E se da una parte i puristi plaudiranno al compito, dall’altra gli innovatori storceranno il naso vedendosi privati di un linguaggio digitale dalle forme liquide… un disco che richiede tempi larghi e ragionamenti pesati, proprio com’è l’uso delle parole nella forma canzone di Ivan Francesco Ballerini.