Angelo Seretti racconta il suo nuovo singolo, creato a quattro mani con Bobby Solo. Una dolce melodia che parla d’amore a distanza. Dopo il lancio, ecco la nostra intervista esclusiva.
Ciao, Angelo. Da dove nasce l’ispirazione per il tuo nuovo singolo “Zuccheré”?
L’ispirazione per “Zuccheré” nasce dalla mia esperienza personale. All’epoca, ero innamorato di una ragazza che viveva molto lontano da me, e spesso mi capitava di pensare a lei con una certa malinconia. Quella distanza, che inizialmente sembrava difficile da sopportare, è diventata la fonte di una profonda riflessione emotiva che poi ho trasformato in musica. Successivamente, quella ragazza è diventata mia moglie, il che rende ancora più speciale il significato di questa canzone per me.
Come mai avete deciso di devolvere il ricavato in beneficienza?
Abbiamo deciso di devolvere il ricavato della vendita del disco in beneficenza perché mi considero una persona fortunata e credo sia mio dovere aiutare chi ha più bisogno, quando ne ho la possibilità. Sono convinto che ognuno di noi dovrebbe fare la propria parte per supportare chi è in difficoltà, e credo che questo gesto possa fare la differenza.
Vorresti spiegare al pubblico chi è il cantante crooner? Da dove deriva questa definizione?
I cantanti crooner sono artisti che utilizzano il microfono per modulare la propria voce in modo dolce e garbato, cercando di creare un’intimità con il pubblico. Il termine deriva dal verbo inglese “to croon”, che significa “cantare o parlare dolcemente”. Per me, concepire una canzone è come fare una carezza: deve arrivare dritta al cuore e all’anima, toccando le emozioni più profonde.
Hai già in mente qualche progetto per il futuro?
Sì, per il futuro ho in mente una canzone che parlerà dei continui cambiamenti della società e delle ingiustizie che ne derivano. È un tema che mi sta molto a cuore, e credo che attraverso la musica si possa sensibilizzare le persone su queste questioni importanti.