“Grazie Max” è un viaggio nel passato di Sinei, ma anche una celebrazione della musica come salvezza personale. Con sincerità e passione, l’artista narra la creazione di questo omaggio, nato nei ricordi di serate romane e cresciuto come un buon vino. Racconti ed emozioni da non perdere.
Un caro saluto a te, Sinei. Come mai hai deciso di omaggiare la band della tua adolescenza e il suo cantante con il singolo “Grazie Max”?
Tutto nasce quando un paio di anni fa ero ad al concerto di Max Pezzali. La musica mi riportava, prepotentemente il ricordo del passato. Ho provato un senso di gratitudine. Mentre lo ascoltavo cantare dicevo continuamente grazie Max grazie Max. Così ho sentito l’esigenza di scrivere questa canzone.
Come hai scelto il titolo della tua canzone? Pensi di aver racchiuso un messaggio di grande valore con semplicità e immediatezza?
Il titolo incarna il pensionato che ho quando ascolto le sue canzoni. Nella canzone racconto semplicemente cosa provavo e la forza che mi dava ascoltare gli 883.
Secondo te, la musica è salvifica? Cosa la rende così speciale, capace di fare breccia nel cuore degli ascoltatori?
Assolutamente si, la musica salva, fa riflettere, ti aiuta ad affrontare i momenti difficili e evidenzia le gioie di tutti i giorni. Posso dire che per alcuni aspetti è terapeutica.
È cambiato il rapporto con la musica che ascoltavi nell’adolescenza? Sei arrivato a nuove consapevolezze, con maturità?
Sicuramente ci sono più alternative sia di scrittura che di generi musicali. Anche il modo di cantare a più alternative. Però lo stile che viene un pochino da più lontano, quello più vecchio non è morto è ancora molto ascoltato.
Io faccio riferimento sempre a quello e il mio rapporto con la musica non è mai cambiato.