“A molto breve” arriverà un video ufficiale… così ci saluta il nostro Gregorio Mucci, classe ’89, toscano al suo esordio discografico con un Ep digitale dal titolo “Non è un problema” che inevitabilmente, per noi che di primavere ne abbiamo vissute di più, ci rimanda a quei colori futuristici che gli anni ’80 regalavano al pop italiano. Che sia giusto o meno tornare al passato con la memoria per codificare ed orientarci dentro la poetica della nuova voce musicale non è dato saperlo: di certo è che da un lato ci piace assai e dall’altro ci fa pensare come certe mode oggi siano tornare in vetta agli interessi di molti. “Non è un problema” si rende facilmente dissacrante a cominciare da questa copertina… Gregorio Mucci sa benissimo di sfidare l’opinione pubblica in un momento storico in cui questa par essersi dissolta dietro le luci del main stream. Belle atmosfere quelle di “Non è un problema”… atmosfere di un passato che ci prometteva il futuro dei robot.
Decisamente servono slogan così leggeri per un periodo come quello che stiamo vivendo. “Non è un problema”… cos’è un problema invece per Gregorio Mucci?
Una volta mia nonna mi disse ”Le persone intelligenti hanno continuamente problemi: ricorda che per ognuno esiste una soluzione”. Ho sempre vissuto, quindi, i problemi come la normalità. Siamo noi poi a dare il relativo peso. Quello che per me è un problema enorme per te potrebbe essere insignificante. Sono uno stimolo a migliorare, sicuramente.
Dal funk al pop si torna costantemente indietro con i cliché e le ricerche sonore. E questo EP non è da meno… secondo te perché?
La filosofia di Bruce Lee era semplice: studia la tua esperienza; assimila ciò che è utile; rifiuta ciò che è inutile; aggiungi ciò che è tuo.
Quindi ho preso il mio bagaglio culturale, non solo musicale, e ho mischiato. Non puoi studiarle certe cose, è la sensibilità dell’artista. La musica moderna ha una storia relativamente breve, ma è molto densa. Ne è stata prodotta tanta e oggi si tratta di fare dei buoni frullati. Poi c’è naturalmente il testo.
Rialzarsi sempre? Esiste invece secondo te una ragione buona per restare a terra, almeno quel tanto che basta per… ?
Eheh, rialzarsi..sempre. Poi a volte conviene stare un poco a terra. Orgoglio e senso di virilità sono idiozie maschili per dimostrare non so esattamente cosa. Ne buschiamo, ci rialziamo.
Se sei stanco stai a terra fino a che non ti sei ripreso..non succede niente; basta sapere che si può cadere. Ci si fa male. Almeno il tempo di una sigaretta è meglio rimanerci.
La dimensione dell’EP digitale oggi trova la sua massima espressione… secondo te che nuovo peso sociale e commerciale ha un disco?
Sì, direi proprio che è sì. Oggi l’EP digitale trova la sua massima espressione. È portatile, dura poco. Finisce quasi per essere un minuscolo album. Siamo in una società che mangia tutto quello che trova. Quello fatto oggi domani è già vecchio. Se pensi a un doppio album oggi è pura follia, se sei un esordiente e non riempi gli stadi. Inoltre c’è da considerare l’aspetto economico. I soldi sono meno che in passato (ora poi con questo covid..) e quindi brutalmente ti ritrovi a dire..”ok, ho questo: che ci possiamo fare?”. I soldi, in questo mondo, purtroppo c’entrano sempre.
A quando un video ufficiale?
A molto breve