Un rock dai tratti epici, a volte ironico, leggero ma che sa fare sul serio senza essere presuntuoso nei modi e nella scena. Tutto ricco di un video allegorico com’è allegorico quel suo modo di dirci che non tutto deve misurarsi con pregiudizi e favole inscatolate. Ed è così che il polistrumentista lucano Gioacchino Fittipaldi torna in scena e ci guida nel suo nuovo singolo dal titolo “Il boschetto alla rovescia”, una fiaba di chitarre elettriche e distorsioni forse anche “Pop” dentro cui provare e rovesciare quel che è la normale percezione delle cose. E noi a questo siamo abituati… molto meno questo nuovo tempo e questo nuovo modo di stare al mondo. Un brano dunque coraggioso, forse salvifico per certi versi… una mosca bianca!!!
Una canzone sociale. Allegoria e forse anche utopia. Ci vorrebbe un tempo alla rovescia dove il lupo non è più cattivo. Invece la cattiveria sembra la normalità. A te la parola…
Questo brano lo avevo nel cassetto da un po. I temi affrontati erano attuali quando l’ho scritto, sono attuali oggi. La cattiveria fa parte dell’umanità, non credo potrà mai sparire, però possiamo contribuire a sensibilizzare, ad educare, a mettere sempre in primo piano il rispetto, con ogni strumento di cui ognuno di noi è dotato, io ci provo con la musica, con i testi. Se riflettiamo Il rispetto è alla base di tutto. Il rispetto per la vita, la libertà, il pensiero, le regole per una civile convivenza. Se il rispetto verso l’altro tenesse conto di tutto questo, la cattiveria forse non esisterebbe più o meglio sarebbe arginata e messa in un angolo facendo prevalere il lato buono dell’essere umano.
Posso chiederti quanta biografia c’è (se c’è) dentro questo brano?
Questo non è un brano autobiografico. Parla di me così come parla di te e di ognuno di noi. Vivere in piccoli paesi comporta quasi sempre l’innescarsi del pregiudizio. Una persona libera, premettendo che la vera libertà è una utopia, quindi si parla di libertà intellettuale e libertà morale, quando decide di vivere la propria vita secondo la propria testa e non quella della massa, è sempre una pecora fuori dal gregge, una voce fuori dal coro. Io sono un cantautore, la mia mente è libera da pregiudizi, lo è sempre stata, libera da schemi precostituiti. Ho sempre scelto di vivere seguendo i miei pensieri, idee, sogni e perché no, utopie.
La danza finale della co-protagonoista del video… a cosa allude secondo la tua lettura?
È una danza allegra, felice, liberatoria. È pur sempre una fiaba, che per pochi minuti ha immaginato un mondo diverso. Con la danza il cacciatore torna a vestire gli abiti della donna, dopo l’incontro con cappuccetto rosso l’amore prevale. La danza rappresenta un bacio, rock, alla libertà dai pregiudizi, all’amore, alla vita.
E tu saresti il lupo cattivo?
Chi vorrebbe mai definirsi il lupo cattivo? Io sono la mosca bianca.
E parlando di musica? Chi è il bosco, il lupo, cappuccetto rosso… perché esistono anche nella musica, vero?
Certo anche nella musica ci sono il bosco, il lupo cattivo, cappuccetto rosso., il cacciatore,
Individuarli è soggettivo. Dipende molto dal ruolo che ognuno crede di rivestire. Ci sono molti lupi nel bosco della musica e tantissimi cappuccetto rosso, vedo pochi cacciatori..
E in ultimo raccontaci della melodia: anche questa allude a soluzioni fiabesche…
Una fiaba rock. La melodia è fiaba!, “Il boschetto alla rovescia” si racconta come fiaba lasciando il posto al ritmo sfrenato di un rock epico, creando quell’energia viva e vitale, una alternanza di ritmo e suoni che cerca di superare alcuni schemi.