Decisamente un viaggio allucinogeno e allucinato dentro mille ritmi diversi, dai balcani al pop, dalle calde temperature latine al folk combattivo. E poi Cisco e Tonino Carotone a impreziosire un singolo come “Tratto leggero”… e poi l’elettronica e la visioni allegoriche di singoli come “Iguana Crash”. Siamo nel mondo poliedrico di Eusebio Martinelli e della sua Gipsy Orkestar che sforna un disco come “Sbam!” – che molti attendono anche in vinile. Affondiamoci dentro unghie e spirito devoto al bel sole di vita…
Sembra che ci sia un moto continuo di rivoluzione e di cambiamento. Oggi cos’è diventata la Gipsy Orkestar?
Circa 15 anni fa ho iniziato con la mia Gipsy OrkeStar facendo una musica per lo più strumentale con ritmi dispari, tipici della musica balkan. È vero, negli anni è avvenuto un cambiamento, ciò che propongo oggi è un genere musicale che mi piace definire “Gipsy Pop”. La mia natura è gipsy, il mio modo di concepire lo spettacolo è gipsy, lo è il mio stile trombettistico, mentre le strutture dei brani e le caratteristiche sonore si sono evolute in un genere sicuramente più ”pop”, inoltre mi sento molto più cantante oggi che in passato.
E il tuo ed il vostro suono… che modifiche stanno vivendo? Che rivoluzioni?
Abbiamo ascoltato di tutto e sperimentato in sala prove con sintetizzatori e chitarre portate all’estremo. Ad esempio, molti suoni “sintetici” che sembrano fatti al computer sono in realtà usciti da una chitarra. In merito alla mia tromba posso dire che da sempre è stata ed è come un prolungamento del mio essere, mi ha accompagnato sempre e anche in questo album è presente in ogni brano, anche quando non sembra. Qui per la prima volta l’ho trattata con effetti e arrangiata in modo da farle assumere diversi ruoli, anche di accompagnamento.
Direi che in merito a questo, “Sbam!” porti con sé una testimonianza viva di quanto un percorso personale possa andare oltre… dove pensi che il tuo stia puntando?
Oggi più che mai sto impiegando il mio tempo allo studio della tromba, sento intimamente che questo è ciò amo fare, riscontro addirittura che sia proficuo per il mio benessere psicofisico, per vivere bene il mio “qui ed ora” diciamo… E’ suonando la tromba che trovo ispirazione su nuovi orizzonti, anche creativi, sia da un punto di vista discografico che per le performance dal vivo. In futuro mi piacerebbe realizzare progetti teatrali che vedano una fusione con la poesia, la danza o altre forme d’arte.
Si torna dal vivo… anzi ormai si è tornati dal vivo. Che vita ha vissuto questo lavoro?
È stato un sogno ad occhi aperti! Ci era mancato molto e per questo motivo ho apprezzato ogni attimo di questo fantastico tour da poco concluso. È stato molto emozionante anche suonare e cantare i nuovi brani e vedere la grande risposta positiva del pubblico. Io e la mia banda abbiamo lavorato molto nel periodo buio della pandemia, è stato come raccogliere i frutti tanto attesi di un lavoro incerto e nel quale abbiamo creduto fino alla fine.