In ascolto e in rotazione questo nuovo disco di Francess dal titolo “Submerge”. Probabilmente il primo vero disco di inediti pubblicato dalla cantante Italo-Giamaicana. L’avevamo lasciata con “A bit of italiano”, quel meraviglioso cofanetto di brani sempre eterni della cultura italiana rivisti e corretti in lingua madre, l’inglese. Oggi invece confeziona con la Sonic Factory e la direzione musicale di Mauro Isetti ed Egidio Perduca un lavoro di 9 inediti e una cover, un grandissimo omaggio alla voce di Billie Holiday con il brano immortale di George Gershwin dal titolo “The Man I Love”. Autrice dei testi ma soprattutto portavoce di uno stile antico di qualche generazione che ripropone oggi senza snaturarlo, senza ristrutturarlo in modo osceno (come spesso accade in chi ha l’elettronica facile) ma conservandone l’anima soul e aggiungendo un taglio sicuramente in linea con i tempi assai computerizzati. Un disco ricco di rispetto dunque, per il contemporaneo e per la didattica al tempo stesso. Direi probabilmente di essere in pieno blues, dove per blues torniamo ad intendere quel certo modo di vivere la musica e non quel certo modo di scriverla. Nei colori della voce black di Francess ritroviamo l’America rionale dei sobborghi, il vero soul dei grandi neri da cui ci aspetteremmo un combo di fiati e quel piglio gospel portante, tutte cose che qui sono tradotte in suoni digitali per niente invasivi e protagonisti, ma soprattutto per niente incoerenti. Diciamo che il futuro arriva ma in punta di piedi. Brani come la title track “Submerge” sono esemplari per farci capire l’effetto che la produzione ha saputo ottenere nel traghettare la sua bellissima voce ancorata da quello scenario molto alla “Nina Simone” fino al futurismo dei dischi computerizzati. Bei sentori alla “Gotan Project” quando ci canta “Follow me” che un poco ci rimanda a quel gioco linguistico italo-americano della voce che mescola i due fronti per restituirci un ping pong letterario e sonoro assai interessante come aveva già fatto nell’inedito “Good Fella” appunto contenuto in “A bit of Italiano” (soluzione che in qualche misura avevamo ritrovato un po’ ovunque il quel lavoro). Bellissima “Ready Set Go”, l’energia allo spunto, il suono che rimanda ad un mare di citazioni di genere e che qui brilla di grandissima personalità. Ritroviamo anche “Until Dawn” che Francess aveva scritto nel 2013 per il film indipendente “Beyond Love” di Silvio Nacucchi. Insomma il saggio direbbe: Soul 3.0, quello un po’ pop e un po’ dub, quello di bit precisi e di poco ferro sulle dita. Il soul nero che comunque non tradisce le aspettative anche se, dopo l’apertura con la title track e qualche altro momento, il disco manca ancora di quel brano forte che traina più per una concezione estetica radiofonica che per quanto riguarda il dettaglio e la produzione. Francess è scesa in campo e lo ha fatto con un lavoro assolutamente interessante che non smentisce tutto il livello della squadra di produzione. Sarebbe curioso vederlo stampato in vinile un lavoro simile… un ponte come un altro assolutamente attuale che unisce passato e futuro, proprio come fa la questo “Submerge”.