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TUGO: rinascere tutti i “Giorni”

Rinascere significa darsi un nuovo nome, una nuova identità, nuovi documenti per apparire in pubblico che significa anche un suono diverso e diverse forme. O semplicemente basta poterlo immaginare, magari attraverso un moniker o un’idea che sia grandiosa come in fondo sentivamo da tempo. Carriera decennale che oggi non è divenuta cenere ma fondamenta per questo nuovo progetto per chi si fa chiamare Tugo: esce “Giorni” EP, un primo lavoro autoprodotto per vedersela sulla pelle la trasformazione, anzi la rinascita. E dal pop americano dei college come dal post punk radiofonico degli inglesi, arriva un primo contenitore di canzoni inedite, in italiano ovviamente, che suonano vere, perché vere e live sono state impresse nel tempo. Un disco di oggi, anacronistico, rock quanto serve…

Ci incuriosisce tantissimo questo modo che si ha un giorno, in piena maturità, di voler cambiare aria e tempo, il posto e le proprie cose. Ce lo raccontate?
Beh diciamo che la letteratura in merito alla cosiddetta “crisi di mezza età” non manca, noi non avevamo il budget per comprarci una decappottabile (in cui in 3 comunque saremmo stati scomodi con gli strumenti..) e quindi abbiamo deciso di tornare alla musica che amavamo da ragazzini, quando potevamo stare giorni in sala prove senza preoccuparci delle sveglie e delle scadenze lavorative settimanali.

Perché “Giorni”? Che rappresenta questo titolo? A me arriva come un “tempo che scorre”…
Sì, direi che lo scorrere del tempo è un significato importante presente nell’ep e molto legato alla nostra storia, ci sono cose che sono cambiate molto negli ultimi anni, nella musica e nella quotidianità di ognuno di noi, la voglia di suonare insieme però non è mai cambiata. “Giorni” è la parola e il brano che lo sintetizza efficacemente, non solo in maniera nostalgica ma anche forte della nostra supposta maturità musicale.

Che poi tutto il suono è figlio di un certo modo di vivere dentro la provincia italiana che avevamo tutti negli anni ’90… e non solo “Dottore”, ma tutti e 4 i brani… forse soprattutto “Giorni”… cosa ne pensate?
Esattamente, l’ispirazione è sicuramente rivolta agli anni 90-2000, in quegli anni la musica rock internazionale ed italiana hanno lasciato un’impronta indelebile per lo meno su tutti coloro che come noi in quegli anni prendevano in mano gli strumenti per la prima volta. Soprattutto in provincia le band nascevano come funghi dopo la pioggia e la musica era il principale veicolo di comunicazione giovanile.

Per voi la “provincia” (come Tugo), cosa significa e che energia ha ancora oggi che viviamo un presente di corse contro un tempo “digitale”?
Eheh possiamo dire che la provincia è il nostro rifugio, un po’ il nostro castello e la porta della sala prove è il nostro fossato, una volta chiusa spariscono i social, i powerpoint e i fogli excel. Non siamo estranei né avversi alle novità digitali, lo stesso Ep sarebbe stato impossibile da autoprodurre in casa (completamente, dalle take al mastering alle grafiche) senza l’aiuto dei supporti moderni ma il nostro mondo è analogico, ha le mani callose e le sera si ritrova in un bar sgangherato e a noi piace proprio così.

Perché non c’è ancora un video? Tanto per parlare di allineamenti ai modi di fare di tutti…
Il video arriverà, ma anche in questo ci piace essere bastian contrari, il primo ad uscire è stato l’ep, poi c’è stato il lancio radiofonico del singolo e solo per ultimo arriverà il video. Ci piace fare le cose con la massima spontaneità, in autonomia e senza allinearci per forza al canonico modus operandi, in fondo facciamo musica perché è ciò che amiamo, farla nel modo e nei tempi che meglio ci calzano è parte integrante di questo processo.