Tra le trame di un rap che per alcune pieghe si fa ricco di maschere e di allegorie. La normalità è un concetto importante per Tucano che la racchiude e la analizza dentro un disco come “Stranormale”… e in copertina impera questa visione di un cervello umano sotto controllo. E lui sa usare il flow delle sue metriche liriche per dare addosso al sistema quotidiano che ci vuole tutti trasgressivi (fintamente sovversivi anche)… niente paura di fronte alla normalità. Niente paura… che sia la vera ancora di salvezza. Quanta notte dentro questo nuovo disco di Tucano…
Devo dire che il rap è un mondo a cui vorrei tendere e avvicinarmi di più ma resto sempre troppo ai margini. Partiamo da qui: secondo te qual è la chiave di lettura che possa avvicinare una persona ad un genere di musica che un tempo era tanto quotidiano e che oggi sembra quasi essere confinato in una nicchia di puro stile urban?
Al contrario, direi che finalmente oggi il Rap abbraccia tantissimi generi musicali per cui è diventato commestibile da un pubblico in continua crescita. La chiave di lettura è semplicemente la diversità di Rap che possiamo trovare, e cercando troviamo quello che fa per noi.
“Stranormale” tra l’altro sfoggia un titolo che in prima battuta, a noi adolescenti degli anni ’80, richiama quel “Stranamore” di Castagna… e in qualche misura penso che i concetti siano simili. Non so cosa ne pensi…
Ahahahah, guardavo anche io Stranamore ed il gioco di parole è molto simile; Anche io ho voluto accostare due ossimori, “Strano” e “Normale”, in grado di descrivere una vita imprevedibile e confondere l’ascoltatore riguardo ciò che è giusto e cosa no.
La normalità la trovo anche molto esasperata dentro i tuoi visual video. La trovo allegorica e sfacciatamente mascherata dentro la title track, la trovo acida e metropolitana dentro una clip come “Organi caldi”. Di sicuro non la trovo in linea con il comune concetto di “normalità”. Per questo è “stranormale”?
Esattamente, mi fa piacere si noti anche attraverso i Visual video, studiati appositamente per dare un forte immaginario della mia vita quotidianamente strana.
E questa cover assai pop? Posso dirti che non somiglia al disco che contiene? E non è una critica negativa, anzi…
Le canzoni sono molto diverse tra loro se pur tutte elettroniche, l’EP è dunque un viaggio che la mia testa fa tra un mood e un altro.
Molto bello questo cervello in cui c’è qualcuno che comanda… siamo noi stessi o qualcuno o qualcosa che arriva dall’esterno?
Sono io che vivo il viaggio ma pilotato da un entità che decide per me, a forma di idea, che mi sorprende guidando la mia testa fuori da un turbine di colori.