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Tommaso Talarico: canzoni del tempo

Primo disco per il cantautore calabrese Tommaso Talarico. Si intitola “Viandanti. Canzoni da un tempo distante” pubblicato da RadiciMusic Records. E dopo i convenevoli di ufficio l’invito all’ascolto è deciso e ricco di passione. Un disco di pop d’autore, quello fine, ricamato di un piglio ballato, a tratti quasi “rock” come per i brani “In nome di Dio” o “Storie di Lillo”. E poi l’amore romantico di “Eolie” o la territorialità di questa “Sud” o il gioco sociale goliardico e plastificato di pomeriggi scolastici o di pubblicità ricche di sole in “Alla facoltà di lettere e filosofia” o quel noir appena macchiato di jazz con un sax fascinoso di polvere e di fumo ne “La schiuma dei giorni”. Talarico si affida alle grandi scuole della canzone d’autore, non cerca e non fa sfoggio di chissà quale rinnovamento o originalità, lascia che tutto possa scorrere e dimostra anche di saper stare ai patti rispettando ruoli e promesse. Il cantautore cita e rincorre un linguaggio fresco e leggero che quando trascina le chiuse delle vocali sembra molto quel Fossati di canzoni riflessive ed emozionanti, che quando invece gioca di glissati per lanciare le note riprende il fascino di De Gregori nei momenti più ispirati. Una produzione efficace che suona come ormai i dischi suonano di rado. Ed è anche un esordio. Palla al centro. La semplicità vince sempre.

Calabrese di Firenze. Chi ha contaminato cosa?
Vivere per tanto tempo in un luogo porta inevitabilmente ad esserne influenzati, a ricevere stimoli diversi, penso sia normale. Non sono stato sempre a Firenze, ho viaggiato abbastanza e ho vissuto all’estero. Però certamente è una città che può aver condizionato alcune mie scelte.

Quanto sono distanti dal tempo queste tue prime canzoni?
Non so se ho capito bene la domanda, provo a rispondere. Alcune canzoni, non tutte, sono state scritte qualche anno fa, ma in realtà sono pezzi che tengono i piedi ben piantati nella contemporaneità. Credo che tra qualche anno avranno ancora qualcosa da dire.

“Alice” è una figura allegorica o una maschera di questa società? Che in fondo ognuno vive nel proprio mondo di fantasie?
Alice è un personaggio già riutilizzato da tantissimi, tratto ovviamente dal famoso romanzo di Lewis Carroll. Nella canzone Alice si muove nel paese delle meraviglie, qui trasfigurato in chiave ironica e feroce con i personaggi delle fiabe e dei fumetti, per raccontare ciò che abbiamo attorno. O meglio, ciò che io vedo.

Il tuo “Sud” non manca e non deve mancare nelle canzoni. Citazioni e rimandi? Esiste un artista su tutti che ti ha dato la chiave per scrivere canzoni?
Quando ero ragazzo ascoltavo molto i vecchi dischi in vinile che avevamo in casa. C’erano De Andrè, De Gregori, Battiato, Dalla, Bennato…….poi ho scoperto il rock, Dylan e Sprigsteen, Neil Young, i Pink Floyd. Ho amato molto artisti raffinati come Conte e Fossati, poi la nuova scuola romana, Fabi, Silvestri e Gazzè.
Sud è una canzone che prende spunto da un episodio realmente avvenuto, e che poi racconta non il sud nella sua interezza, ma la disgregazione del tessuto sociale che è possibile percepire. E’ una canzone d’amore, politica e rabbiosa al tempo stesso.

Per chiudere: cantautore oggi è un mestiere o una dedizione?
Dedizione non mi pare la parola più giusta. Scrivere canzoni dovrebbe essere il frutto di una necessità individuale di espressione. Per alcuni può diventare un mestiere, per altri no.