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The Zen Circus e la milizia dell’amore: “Il nostro modo di dire che siamo a teatro”

Sono stati i primi a parlare dopo la prima serata del Festival. E, per ripetere la parola, per i The Zen Circus è anche la prima partecipazione al Festival della musica italiana: “Sanremo è arrivato dopo vent’anni dal nostro primo cd, dopo dieci anni dal nostro primo cd in italiano che per noi è stato un spartiacque importante. Le nostre strade non si erano mai incontrate, ma siamo convinti che la musica italiana abbia varie sfaccettature e vari tipi di pubblico”, quindi perché non trovare uno spazio?

La band ha scelto, nella propria esibizione, di farsi accompagnare da qualcosa di particolare: due sbandieratori, vestiti di nero, a ricordare guardie, milizie. Ma due milizie con un cuore rosso disegnato addosso e due bandiere con le emoji di Whatsapp. “Abbiamo pensato alle maschere del teatro, prima si usavano le maschere oggi ci sono le emoji, è il nostro modo di dire siamo a teatro. La bandiera nera? Niente di particolare, sì abbiamo cavalcato l’ambiguità di fondo, in questo contesto declinato sul dittatoriale. La nostra è una milizia dell’amore, qualcosa di immaginario e fantastico”. Un brano senza ritornello, anche un po’ coraggioso per il palco della riviera ligure. Un brano orecchiabile che lascia però qualcosa che ti fa pensare. Si respira del messaggio politico, per citare un’altra parola che in questo festival sembra essere molto quotata? “Abbiamo voluto creare qualcosa di particolare ma senza una presa politica di alcun tipo. Quello che porti sul palco non deve avere colore politico, un brano può diventare tale perché lo sono tutti in un dato momento, in un dato contesto, – hanno detto – “Chi non lavora non fa l’amore” era politico a quel tempo. Politico inteso come fotografia dell’Italia. A noi non interessa fare politica con la musica, la facciamo da persone civili”.

La band venerdì sera, 8 febbraio, duetterà con Brunori Sas: “Sarà per noi una delle serate più divertenti, la nostra canzone indosserà un vestito diverso”.

The Zen Circus – L’Amore è una dittatura