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ROSSELLA ALIANO: rinascita e vita…”BLOOD MOON”

Tempo di invertire le parole con i computer e viceversa. Tempo di mescolare le sensazioni in un solo istante. Tempo di farsi grandi domande e tra ingenuità ed energia che preme e pretende di dire la sua. Ma la mano è quella di donna e quindi mi aspetto delicatezza e stupore e cura soffice per i dettagli. Eccola, giovane ma neanche troppo, ingenua di questo mondo discografico ma neanche troppo. Il primo disco di Rossella Aliano come cantautrice solista è questo “Blood Moon” che in realtà è un’opera assai complessa e lunga, a tratti pesante e ostica per chi non è abituato al genere…e altrettanto vero che ci troviamo di fronte ad un disco che cerca di dire la sua su chi è davvero l’uomo e qual sia il vero senso di questa vita…l’eterno viaggio irriverente e passionale…l’approdo che forma ha? Sarà l’ultimo brano, l’unico in inglese figlio probabilmente di una scuola d’avanguardia, a spiegarci che forma avrà…la rinascita…

Partiamo dal singolo “Giuda”. Essere uguali. Il branco che allontana il diverso. E poi l’accettazione del diverso. Dietro una tendina di metaforica leggera, attraverso una trasgressione se vuoi anche divertente, ci sono importanti significati. Ce ne vuoi parlare?
Il branco inizialmente accetta il diverso, un po’ per curiosità un po’ per studiarlo, riscontrate le differenze scomode lo esclude e nei casi peggiori lo uccide. La differenza ideologica, se sostanziale, minaccia l’equilibrio delle cose. E l’equilibrio poggia sua una serie di finzioni in questo mondo, e la finzione deve continuare dato che le basi della nostra società sono tutta una serie di balle studiate ad hoc affinchè il libero cittadino sia in realtà servo del sistema.

Ma poi perché proprio Giuda come titolo? Chi o cosa rappresenta questo personaggio per te e per il tuo messaggio?
Giuda nel nostro immaginario è il traditore per eccellenza, tradì Cristo per 30 denari. Oggi siamo un po’ tutti “Giuda” chiunque da un momento all’altro può tradire ed essere a sua volta tradito dato che i valori più profondi dell’essere umano sono stati rimpiazzati dall’apparenza, la superficialità e il materialismo più sfrenato. Si tende ad accumulare cose, denaro, prestigio fittizio, l’obbiettivo è quello, che ce ne facciamo di una coscienza quando l’incoscienza e il non essere consapevole è il motore che permette alla barca di stare a galla? Siamo prodotti di fabbrica; ma il fatto che ce ne stiamo accorgendo è cosa buona e potrebbe salvarci.

Traducendo il titolo di questo lavoro: una luna di sangue…corretto? Che cosa rappresenta di preciso?
“Blood Moon” vuol dire “eclissi di sangue” ed è un fenomeno rarissimo che succede quando l’ombra della Terra oscura del tutto la luna che diventa rosso sangue perché dalla parte opposta c’è il sole che la illumina. Viviamo in un periodo storico dove ogni cosa bella viene oscurata, appannata, nonostante la nostra luce continui incessantemente a brillare e ad esserci; ma non la vediamo più, vediamo solo la sofferenza e il sangue (in senso metaforico e non) che ne deriva.

Con Rossella Aliano ritroviamo messaggi che vogliono la vita come figlia e fantoccia di un sistema che governa i giochi fuori dal potere e dalle decisioni di noi tutti che, senza saperlo, siamo praticamente dei burattini manovrati ad arte. Le mode del momento, il commercio, l’informazione…è corretto?
Si, corretto. Anche se preciso che non è la vita in sé ad essere fantoccia, ma il ruolo che le viene assegnato. La vita è il respiro dell’universo, è l’uomo ad essere intrappolato e raggirato.

Perchè tu come tanti siete spinti a raccontare tutto questo? Un tempo si parlava dell’amore…oggi invece i cantautori parlano di questo angolo nascosto della società…
Perché non è più tempo di parlare d’amore, paradossalmente ci stiamo svegliando da un torpore che in un certo senso ci inebetiva, e oggi credo sia più urgente trasmettere altri messaggi. Ad ogni modo l’amore c’è sempre perché è quello che spinge a scrivere, a fare, anche se si parla di odio. Tutto continua ad essere mosso dall’amore, l’amore è luce e perciò in grado di illuminare ogni angolo buio.

Chiudiamo parlando di “Real”. Sappiamo che come ultimo brano hai scelto forse quello che maggiormente porta con se significati importanti. Ma è anche l’unico del disco ad essere cantato in inglese. A te la parola…
Real racconta di un’esperienza traumatica avvenuta un anno fa. Un mio caro amico è entrato in coma a causa di un ictus, e ci è rimasto per 25 giorni. Lui dormiva e io scrivevo “Real”, una sorta di preghiera affinchè tornasse fra di noi, in questa realtà. Non appena ho terminato il brano lui si è svegliato davvero, è stato un miracolo! La scelta dell’inglese non è stata pensata, suonava meglio con la musica, ci stava, e poi la persona a cui è dedicata parla fluentemente l’inglese avendo vissuto tanti anni a Londra. L’ho messo a chiusura del disco perché in senso metaforico rimanda genericamente al risveglio dell’essere umano, il risveglio ad una nuova consapevolezza.