“Miss Apleton”, il disco di esordio di Franca Barone, giovane cantante jazz milanese, classe 1985.
All’interno dell’album sono contenute 7 tracce composte e arrangiate dalla stessa Barone, brani che rievocano la magia che solo il ritmo incalzante del Jazz può trasmettere. Pubblicato da Irma Records nel 2016, è il suo primo album d’esordio, tutto di inediti. Abbiamo avuto il piacere di contattarla per conoscerla meglio.
La musica ti accompagna fin da bambina come è nato il tuo incontro con il jazz?
E’ nato grazie alla mia famiglia in cui si è sempre suonata e ascoltata tanta musica, incluso il jazz. è un genere che mi ha affascinato da subito per le sonorità così diverse, i timbri unici dei musicisti e la presenza dell’improvvisazione. Sia il jazz che in generale la cultura black mi ha preso a tal punto da decidere di cimentarmi nello studio attivo del genere sul pianoforte e con la voce.
Ci sono degli artisti a cui ti ispiri e con cui vorresti duettare?
Non in modo consapevole o esplicito. Idealmente mi ispiro a tutti gli artisti e tutta la musica che ho ascoltato nella mia vita; assimilo e mi nutro di ogni nuovo album, ogni nuova canzone che ascolto, indipendentemente dal genere.
E’ uscito il tuo primo disco “Miss Apleton” da dove nasce l’idea di questo titolo?
Il titolo si riferisce a un nomignolo che mia sorella mi ha dato per molto tempo. Ho deciso di usarlo come titolo dell’album (e anche come titolo del brano “Miss Apleton” originariamente composto proprio da lei) perché è spiritoso e vero.
Parlaci e raccontaci di questo nuovo progetto?
Ho sempre scritto musica ma non non sono mai stata convinta del risultato, non mi sentivo veramente rappresentata perché scrivevo con un fine, senza sapere quale. Mi piaceva e mi piace moltissimo cantare ma farlo su brani scritti da altri non mi faceva sentire totalmente a mio agio, a parte per gli standard jazz che amo. Ad un certo punto ho deciso di mettermi realmente alla prova per vedere cosa sarebbe uscito se mi fossi davvero dedicata alla musica senza restrizioni. é stata una cosa fatta senza un obiettivo preciso se non quello di creare qualcosa di mio e di divertirmi.
Da dove nascono i testi?
I testi nascono da esperienze e situazioni che ho vissuto, parlano di me e di vari argomenti come l’amore e la musica, sia in modo serio e complesso (come in Cosa Stai Combinando? e Payoff) che in modo giocoso (come in Bluesish e Miss Apleton). In Try To Go invece affronto la mia paura spasmodica per i ragni; racconto di un dialogo immaginario tra me e un ragno (a mio parere enorme) che ha abitato un angolo del mio bagno per molte settimane.
Affronti temi sensibili e parli di sentimenti, tra le sette canzoni quale ti emoziona di più?
Di sicuro “Cosa Stai Combinando?” in cui racconto in musica delle sensazioni dolorose di un certo periodo della mia vita e il senso di claustrofobia dato dall’incapacità di uscirne. E poi “Gondrì” in cui ho messo davvero tutta l’anima.
Grandi musicisti hanno collaborato al tuo disco come sono nate le vostre collaborazioni?
Sono grandi musicisti ma anche persone molto vicine a me che conosco da moltissimi anni (a parte il maestro Marco Brioschi che mi ha fatto l’onore di suonare nei miei pezzi). Ho chiamato loro perché suonano esattamente come volevo suonasse il disco: onesto, senza compromessi e jazz.
Che consigli daresti a chi vuole avvicinarsi al jazz?
Di partire dagli inizi (ovvero dal blues e dal gospel) per ripercorrere la storia del jazz facendosi sempre guidare dal proprio gusto e dalle proprie orecchie. E poi di ascoltare tutta la musica senza distinzioni o pregiudizi; se vuoi avvicinarti a un genere preciso secondo me devi anche avere un’idea abbastanza chiara di tutto quello che rimane fuori da quel genere, per capire dove si colloca e magari scoprire qualcosa di nuovo.
Cosa pensi dei talent?
Penso che siano dei format televisivi divertenti dove chi partecipa può avere un po’ di visibilità. Ma si parla sempre di televisione e di show business, non di musica.
Oltre alla musica che altre passioni hai?
Mi piacciono molto i film, sono una grande amante del cinema di Woody Allen e dei fratelli Cohen. Poi mi piace la cucina (sia in veste di cuoca che di assaggiatrice) e l’area bellezza/makeup/cosmetica naturale, ormai grazie ai vari tutorial di youtube e alle mie ricerche sono piuttosto esperta di cosmetici biologici.
Nei prossimi mesi presenterai il disco in tour?
Ci provo! è il mio primo lavoro e come artista sono poco conosciuta nell’ambiente quindi cercherò di trovare un po’ di spazio per presentare il disco dal vivo se qualcuno me lo concederà.
Progetti futuri?
Mille, prima fra tutti la voglia di continuare a scrivere musica, cosa che non ho mai smesso di fare. Vediamo se ne esce qualcosa di buono per un secondo disco.
Grazie per la disponibilità ti ringraziamo e ti aspettiamo presto nella nostra redazione.
Grazie a voi per l’attenzione e per le domande, è stato un vero piacere.