Nipote di grandi artisti classici di fama internazionale. E questo va detto per sottolineare la grande varianza che la contaminazione musicale porta nel corso di una vita… quella che poi si celebra nella canzone pop in pieno stilema indie che si vive ascoltando l’esordio del cantautore modenese MATTIA. Ed oggi, più che mai, la figura del cantautore ha smesso di qualificare un genere, spesso sociale e solipsistico. Siamo di fronte alle derive digitali e questo disco dimostra come un’autoproduzione – anche totalmente condotta per mano dell’autore – riesca a celebrare anche quel bisogno di espressione sociale, emozionale, immanente. MATTIA pubblica “Labirinti umani”, 9 tracce di canzone dalle forme leggere e sottili, dal suono corposo ma mai invadente, dal bisogno estetico e spirituale che alle volte par camminare in una unica direzione. E la melodia, ampiamente celebrata da MATTIA, non fa sconti di gusto e per ogni brano cerca la soluzione. Alle liriche quotidiane si affianca anche un sensibilità sottile. Un esordio che di certo è lontano anni luce dalle radici classiche ma che penso debba molto anche a quel tipo di vocabolario alto. E in rete il video ufficiale della title track del disco (primo estratto) che da solo dimostra quanto siano molteplici le chiavi di lettura che la penna di MATTIA è in grado di mettere in scena.
Una domanda assai spirituale per cominciare. Secondo te, nei tanti labirinti umani che viviamo e che incontriamo, è utile orientarsi o più importante perdersi?
Penso che entrambe le cose siano importanti. Spiritualmente ed emotivamente dobbiamo perderci per trovare noi stessi, dobbiamo essere liberi di fare i nostri sbagli e pagare a spese nostre le conseguenze di scelte sbagliate. Solo agendo d’impulso e seguendo l’istinto possiamo sperimentare sensazioni che sappiano di vita, talvolta smarrendoci e sbagliando. Tuttavia è importante non perdere la rotta, riuscire mantenere un equilibrio con se stessi e con gli altri. Credo che riuscire ad orientarsi e trovare se stessi sia un percorso che dura un’intera vita ed è proprio grazie alle esperienze e agli errori che ci evolviamo spiritualmente.
Un esordio “digitale” se posso così etichettare sommariamente la genesi del suono… che ne pensi?
Eheh! Colpito e affondato! Originariamente non avevo idea di come arrangiare i brani, e paradossalmente mi immaginavo suoni completamente diversi, addirittura acustici od orchestrali pensa te! Ma è grazie ai tanti consigli ricevuti che ho scelto di adottare suoni digitali, senz’altro più attuali e in linea con la musica che si ascolta ora.
Ecco parliamo di suono: lo hai sottolineato spesso, lo hai ricercato, lo hai registrato… parlaci: quanto è importante per la tua scrittura e che cosa hai trovato alla fine del tuo percorso?
Il suono è importantissimo per una canzone. E non è una ricerca facile.. Senz’altro parti da una melodia dalla quale non ti discosti, e la puoi ricavare con la chitarra, con il piano… Ma tutt’altra cosa è costruire attorno alle tue parole e alla tua melodia un arrangiamento che metta in risalto il tuo lavoro, che gli dia anima, che lo faccia vivere. E sebbene questo non sia sempre facile credo di essere riuscito a rispettare in ogni canzone l’idea originaria con cui era stata concepita. È stato un lavoro duro e merito anche di un caro amico con cui ho lavorato per trovare il giusto connubio tra arrangiamento e testo, senza stravolgere la linea melodica e rimanendo attuali con odierne sonorità radiofoniche.
La dance e l’elettronica pop degli anni ’90 sono anche stati un forte cuore dell’ispirazione o sbaglio? Perché proprio questo periodo?
Bè sono nato nell’87 e mia sorella maggiore è dell’80. Mi ha trasmesso la sua eredità musicale fino a quando non ho iniziato a conoscere in autonomia i miei riferimenti. E i primi riferimenti di un ragazzino di 14/15 anni, ai miei tempi, erano quelle compilation che si compravano persino in edicola! Le conosco a memoria… Hit mania dance, Eurodance, Los40 etc… E mi sono divertito molto in questo periodo.. erano gli anni delle prime uscite serali, delle prime trasgressioni, dei primi amici… Una bomba!
Però non penso siano gli unici riferimenti musicali. A dir la verità ho sempre ascoltato di tutto e sono cresciuto a Skunk Anansie, Cranberries, Queen, Eurythmics. Credo di avere un’anima più rock che dance! C’è stato un periodo in cui addirittura ascoltavo gli Iron Maiden, credo con il loro album Brave New World. Diciamo che di quegli anni ho ascoltato un po’ di tutto. Persino le Spice Girls! Ogni genere musicale evoca emozioni diverse ecco… e sarebbe un peccato limitarsi a solo uno!
L’amore sicuramente… come nel video, emozioni forti, amarsi per riconoscersi, per vedere… o sbaglio?
Certamente l’amore è un po’ la benzina per scrivere e per sentirsi vivi….E personalmente sono un romantico… Si dice che l’emozione sia una sensazione fortissima che dura un istante… al contrario del sentimento che è qualcosa di più duraturo.
Per me l’amore è un po’ entrambe le cose… è un sentimento, qualcosa per cui vivere, a cui dedicarsi giorno dopo giorno, ma nel suo percorso deve inevitabilmente travolgerti facendoti provare mille emozioni, a volte belle a volte brutte…
Non so se amare per riconoscersi in qualcuno sia giusto o meno… labirinti umani parla proprio di questa ricerca di se stessi nell’altro…ma è una canzone scritta in un periodo di dipendenza affettiva, di conflitti, di relazioni tossiche e sbagliate. Credo che il punto di partenza per iniziare ogni tipo di relazione sia sempre amare se stessi prima di tutto.
La canzone d’autore oggi… al tuo esordio cosa chiedi e cosa pensi possa accadere? Cosa ti aspetti insomma? Una domanda che fa molto riferimento alla sterilità dei media e delle mode main stream che troppo spesso penalizzano anche le nuove voci…
Vedi questo progetto musicale l’ho realizzato per me stesso, senza alcun tipo di aspettative. Non sapevo nemmeno se sarei, per cosi dire, “uscito allo scoperto”…. Poi a lavoro finito ho pensato “perché no?”… quindi sono abbastanza pronto ad aspettarmi qualsiasi cosa nel bene o nel male. Credo sia senz’altro difficile riuscire ad emergere quando competi con delle Major che sono dei colossi potenti con le mani un po’ ovunque…E il mio disco è autoprodotto senza alcuna etichetta importante alle spalle. Ma sono libero. Senz’altro spero di arrivare a più persone possibili ma preferisco non aspettarmi nulla per godermi la sorpresa di ogni piccola cosa che arriverà di volta in volta. Piedi per terra insomma! Le mode lasciano poi il tempo che trovano…. Vorrei comunque mettere in risalto anche tutti quegli artisti come Motta, Levante e tanti altri che sono partiti da zero e dopo tanta gavetta sono riusciti a conquistare una grossa fetta di pubblico.