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MALMÖ: l’Islanda a due passi da casa

Nella città di Malmö non ci sono mai arrivati. E sarà forse quel moto di privazione che rende possibile l’ispirazione e tutti i suoi arrangiamenti. Quello dei MALMÖ – nessun nome poteva vestirsi meglio addosso – è un disco che lascia spazio solo e soltanto alla grande urgenza di partire e guardare il lato freddo e fiabesco del mondo, laddove il post-rock psichedelico incontra le sfumature romantiche di canzoni e di sensazioni nostrane. L’amore e il privato quotidiano si mescolano in un equilibrio precario dietro sonorità di chitarre ricorsive e momenti strumentali di assoluto incanto ed eterea luce. Si naviga a vista con i Malmö. Mai un eccesso e, forse peccato direi, mai una variazione che lasci il segno. Per il resto quando entra il glockenspiel i colori si fanno finalmente completi. Questo disco dal titolo “Manifesto della chimica romantica” è un ascolto pregiato, ancora immaturo per certi versi, ma assolutamente di carattere.

Perchè non siete mai arriva a Malmö…?
Mille vicissitudini! Pioggia, documenti persi, febbre! Una vera e propria maledizione.

Visto cos’ha ispirato, che debba restare una meta da non raggiungere mai?
Siamo davvero molto combattuti su questo argomento. Da un lato ci piacerebbe davvero tanto andare a suonare lì, dall’altro potrebbe essere la fine del viaggio, la meta finalmente raggiunta. Magari ci tocca cambiare nome.

Bella commistione tra Italia e Islanda. Secondo voi il cocktail è stato capace di raggiungere il vostro obiettivo?
Noi siamo molto soddisfatti del risultato. Pensiamo si aver mescolato bene gli ingredienti e il prodotto finale ci piace. Sapevamo che l’impresa era difficile e rischiosa, ma anche grazie alle persone che hanno collaborato con noi, siamo riusciti a tirare fuori il disco che volevamo.

A parte i Sigur Ros, a chi altro dovete molto?
Ma a dire il vero i Sigur Ros non sono la band che sentiamo più vicina. Ci sono band come gli Explosions in the sky o i Mogwai che sicuramente ci hanno ispirati di più. Ognuno di noi ha degli ascolti davvero differenti dagli altri componenti della band, ma sicuramente gli Explosions sono il gruppo che ci accomuna tutti.

Ma dall’Italia e da questa nuova scena indie in particolare… cosa avete preso?
Siamo molto contenti che in Italia ci sia questo grosso fermento intorno a questa nuova scena, con gente che va ai concerti e addetti ai lavori attenti ai nuovi artisti emergenti come mai forse nel nostro paese, ma i nostri gusti incontrano più volentieri gruppi come gli Afterhours, i Marlene Kuntz, i Verdena, gli Ustmamo. Ovviamente anche tra i più “giovani” ci sono artisti che ci piacciono tanto, come gli amici del Management del dolore post operatorio o i Blindur stessi.

Avete mai pensato di associare alla vostra musica dei disegni? Perchè viene naturale sentire il bisogno di immagini… la vostra musica è pura immagine…
Assolutamente sì! Il nostro batterista Vincenzo è un bravissimo illustratore e abbiamo tanti disegni che usiamo per il nostro merchandising: dai pesci volanti, alle sirene, ai palombari, fanno parte tutti del nostro immaginario.