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LEON SETI: evasione, nuova luce in “Japan”

Nuovo bellissimo video per Leon Seti che ci regala un delicatissima “preghiera laica” sulla pace dei sensi, sull’evasione… la vista come senso primario, come veicolo e come obiettivo per celebrare e connettersi alla vita quotidiana che abbiamo davanti. “Japan” è il nuovo singolo ricco di una clip diretta da Thomas Rebour e con Shaun Waldie alla fotografia: riprende certamente grandi cliché e grandi firme del settore, citazioni di stile che in qualche modo lo aiutano a sottolineare quanto la vita e le sue tante deformazioni possano condizionare la felicità stessa di un individuo. Un morbido planare dentro un pop main stream anni ’90 di quel suono elettronico che spesso ha caratterizzato la produzione di Leon Seti… produzione che questa volta cerca la semplicità e la sintesi popolare più che il groove visionario e lisergico proveniente dagli anfratti metropolitani.

Cerchiamo di andare per gradi. Parliamo di vista. Parlando del guardare o del vedere… in ogni caso la vista è tutto. Ma scendendo più a fondo, per te, cosa significa di preciso? Che tipo di connessione hai con il mondo?
La mia riflessione nasce dalla paura di perdere gli occhi. Paura paralizzante e concreta per un sacco di persone che fa pensare a quanto la vista sia sottovalutata e quanto sia fondamentale per la percezione, la memoria, i pensieri etc. Riguardo la mia connessione con il mondo, non ci ho mai pensato troppo, da essere umano mi comporto in relazione agli stimoli intorno a me e ai pensieri nella mia testa. Fortunatamente io sono solo miope.

E da musicista, il suono che produci in che modo stimola la tua vista? O anche il viceversa direi…
La musica stimola la mia vista con dei colori o immagini. Il mio primo album COBALT si chiama così proprio perchè ogni canzone mi appare come diverse sfumature di blu. Penso che la sinestesia sia molto comune nel mondo della musica.

“Japan” è allegoria dell’altro… “Japan” è un luogo altro dove scappare o dove “salvarsi”? Cerchi la fuga o la rinascita?
“Japan” parla di un posto da sogno dove poter scappare dalla realtà. La canzone non si riferisce a me, parla di un problema di salute in famiglia. Io non penso di essere alla ricerca di rinascita. “Japan” è stata scritta durante la quarantena e unisce la voglia di celebrare la vista in un luogo idillico e di scappare da tutta la confusione.

Sempre decisamente interessanti i tuoi video. Qui attingi a piene mani da una letteratura molto conosciuta… e incontriamo collaborazioni che meritano una menzione speciale: la regia di Thomas Rebour e la fotografia di Shaun Waldie. Che connessioni sono state e come sono avvenute?
Con Tom ho lavorato molto in passato, ha curato l’editing di “Silver Lining” e “Sunflowers”. Shaun l’ho conosciuto sul set di un video dove ho lavorato come attore,” The Spirit Molecule”.

Oggi il disco perde di valore probabilmente… per questo parliamo di singoli con Leon Seti?
Beh in realtà sto lavorando ad un album, ma al momento volevo rilasciare una canzone che riassumesse i mesi passati. Japan è uscita spontaneamente dal mio utero musicale.