Si intitola “I dodici rintocchi” il nuovo romanzo di Leila Cimarelli uscito per la casa editrice abruzzese Masciulli Edizioni. Un giallo o forse un semplice thriller. Un romanzo dentro cui l’amore forse non basta a se stesso per reggere tutto l’impianto. Adolescenziale in alcuni tratti questo sentimento che nella distanza rivela cose inattese. Da scoprire con cura…
I dodici rintocchi rappresenta una storia che sfida il tempo e le distanze. Cosa ti ha ispirato a scrivere un romanzo che intreccia così profondamente il tema dell’amore con quello delle scelte difficili?
Prima di iniziare vorrei dire una cosa che molti fanno finta di non considerare: l’amore non è una cosa semplice, nonostante la canzone di Tiziano Ferro. Se poi ci mettiamo anche il tempo e la distanza – come nel caso dei protagonisti Elettra e Gabriele – tutto diventa ancora più complesso da gestire. L’ispirazione per I Dodici Rintocchi è nata da un film che amo molto: Midnight in Paris del regista Woody Allen, nel quale personaggi del passato del mondo dell’arte, iniziano a mostrarsi e a interagire solo con il protagonista, Gil, interpretato da Owen Wilson. Tornando al tema centrale del romanzo, proprio in virtù del fatto che l’amore non è una cosa semplice e che spesso ci chiama a compiere delle scelte – dolorose o meno – merita sempre e comunque di essere vissuto a pieno. Il mio intento principale è sempre stato quello di poter regalare ai miei lettori, una storia che li potesse far sognare e allo stesso tempo, provare delle emozioni forti e reali, come se i due ragazzi esistessero realmente. E leggendo i commenti di chi si è lasciato trasportare dalla storia, posso dire di aver centrato l’obiettivo.
Roma e Parigi non sono solo due città simboliche, ma veri e propri protagonisti nel romanzo. Come hai scelto di rappresentarle e che ruolo giocano nell’evoluzione della storia?
Roma e Parigi sono due delle capitali europee più amate e gettonate dalle coppie di tutto il mondo. Quando si pensa alla città dell’amore, risulta inevitabile citarle. Le meraviglie della Città Eterna unite agli angoli romantici della città francese, mi hanno permesso di ricreare situazioni molto naturali, tanto da sembrare reali. Forse il complimento più grande che molti lettori mi hanno fatto è stato quello di riuscire a vedere i personaggi in giro per la città, come se fosse un film.
In effetti è vero, entrambe le città svolgono un ruolo molto importante nella vita di Elettra e Gabriele, come se fossero due personaggi extra. Se Roma rappresenta il porto sicuro per entrambi, il luogo nel quale tutte le ferite possono essere rimarginate, allo stesso modo, Parigi può essere considerata come la città che segna una nuova fase nella loro vita, nel bene e nel male.
I protagonisti, Elettra e Gabriele, vivono un amore autentico ma complesso. Come hai costruito i loro caratteri e quali aspetti della loro relazione pensi possano toccare di più i lettori?
Tutti vorrebbero provare un amore così forte, almeno una volta nella vita. Devo ammettere che creare Elettra e Gabriele è stato più semplice del previsto. Tutto è avvenuto in maniera molto naturale, proprio perché volevo che questi due adolescenti potessero essere considerati come i ragazzi della porta accanto. Mi piace pensare che loro due, in qualche angolo del mondo, esistano davvero. Per Elettra, ho deciso di darle un carattere forte, determinato, coraggioso e allo stesso tempo, vulnerabile quando si parla dell’amore della sua vita.
Per quanto riguarda Gabriele, lui è un ragazzo che sa quello che vuole. Non ha paura dei cambiamenti, lotta per il proprio futuro ed ha un cuore talmente grande, da essere in grado di amare per due. Sono sicura che alcune scelte, che entrambi si trovano a dover prendere, riusciranno a toccare le corde più sensibili dell’animo dei lettori. Del resto la bellezza di questi due personaggi è rappresentata proprio dalla grande umanità e dalla presa di coscienza dei loro sentimenti.
Nel libro esplori il tema delle seconde possibilità. Quanto credi che il passato influenzi il presente nelle relazioni, e come questa idea si riflette nella trama?
Lo scrittore Primo Levi una volta disse: “Non c’è futuro senza passato”. E non potrei essere più d’accordo con lui. Devo ammetterlo, sono abbastanza scettica quando alcune persone ammettono di riuscire a dimenticare il proprio passato. Come riescono a farlo, ricominciando da zero, per me resta un mistero. Per me risulta impossibile non tenere in considerazione il passato. Cancellare il proprio passato vuol dire rinnegare anche se stessi. Se abbiamo vissuto un amore che in quel momento credevamo fosse eterno ma che ben presto è terminato, non vuol dire aver fallito. Significa solo aver vissuto una vita, ricca di emozioni e sensazioni che in quel momento credevamo sincere. Se oggi siamo così, se Elettra e Gabriele sono in questo modo, è in virtù del grande amore che hanno vissuto tempo prima. L’evoluzione che entrambi i personaggi compiono all’interno delle pagine del romanzo, sono scaturite soprattutto da ciò che è accaduto nel loro passato, sia come coppia e sia come giovani adulti.