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Il cantautore Methos con il singolo “Dubbi” | INTERVISTA

“Dubbi” è un brano Indie Pop che offre una strumentale che si presenta leggera, con l’ukulele come strumento protagonista e al tempo stesso completa armonicamente. In questo brano l’artista descrive uno scenario ben preciso sull’incertezza delle incertezze altrui, più esattamente in questo caso di una metà amorosa. Attraverso semplici ma efficaci giochi di parole, Methos anche questa volta riesce a far divertire, ma anche riflettere.

 

Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?

Per la mia personale opinione la musica ad oggi è suddivisibile in “musica spettacolo” e in “musica dell’arte”, insomma quello che è comunemente definito “mainstream” ed “underground”. La mia musica ha percorso un po’ entrambi le strade, ma sicuramente per il futuro ho in programma di plasmare la mia forma d’arte seguendo canoni non convenzionali. Vorrei arrivare a tutti ma con un linguaggio nuovo, come parlare una lingua che non esiste ancora, ma che capiscono tutti.

Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?

Per la musica che ho pronto adesso sicuramente Calcutta, per la musica che sto preparando e per la forma d’arte che vorrei proporre senza dubbio Andrea Laszlo De Simone. Con Calcutta perché è il big di un genere senza sembrare nessuno, per Andrea c’è poco da dire, è il mio più grande esempio musicale vivente.

Quali sono i tuoi piani più immediati?

Finire un album con uno stampo folk a cui sto lavorando e strappare qualche ingaggio da autore

Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?

Tutto si rilega al discorso di prima, c’è la musica mainstream, che deve obbligatoriamente passare da questi canali per prassi, e quella underground se così la vogliamo definire, che arriva alle persone nei modi più controversi, che vorrei scoprire anche io. Personalmente ho provato a adeguarmi alle esigenze di mercato, questo mi ha fatto perdere un po’ la mia essenza, non mi sono sentito per niente me stesso, anzi, mi è sembrato di mettere in ridicolo l’arte di cui vivo e a cui tengo tanto. Sicuramente mi ha fatto capire che non voglio assolutamente essere una popstar ma piuttosto qualcosa di diverso. Chi lo sa magari in futuro riuscirò a conciliare le cose

Hai un videoclip nel cassetto, oppure dovremmo ancora attendere?

E’ uscito recentemente il video del brano “Dubbi” con VEVO, lo potete trovare su YouTube

Sempre convinti che ogni forma d’arte sia la massima espressione della bellezza. Tu da artista che rapporto hai con la bellezza? Quale il tuo pensiero in merito, in una società ormai distrutta dall’agognata apparenza, in cui l’arte sembra passare in secondo piano?

Io la bellezza l’ho cercata e inseguita per anni, per poi rendermi conto che le forme d’arte più pure sono grezze, e la vera bellezza sta negli occhi di chi guarda, nelle orecchie di chi sente e nel cuore di chi prova.

C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi e canti? Come nasce un tuo brano di solito? Raccontaci qualche aneddoto!

L’unico elemento in comune tra quello che ascolto e quello che realizzo è il quotidiano. Ciò che hanno in comune una “Musetto” di Modugno o una “Sai che bevo sai che fumo” di Nicola di Bari con i miei brani è proprio l’esigenza di raccontare quello che si prova e si sente nella propria personalissima visione. Per quanto riguarda il sound c’è sicuramente differenza, anche se vorrei riprendere quelle vibe e renderle mie, discostandomi dai suoni di cui ormai siamo troppo abituati. Nel caso di Dubbi, ho descritto la mia giornata in relazione alla sera prima e tutte le considerazioni che ne conseguono, più semplice di come possa sembrare.

Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?

Potrei ringraziare tantissime persone, ma è ancora presto.