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Giuseppe D’Alonzo: in ANTEPRIMA il video ufficiale

BlogMusic vi presenta in ANTEPRIMA il primo singolo dal titolo “Repisro” che anticipa il nuovo disco del cantautore abruzzese Giuseppe D’Alonzo. Un esordio in lingua italiana per lui che ha già all’attivo diverse pubblicazioni al seguito dei Crabby’s, un lavoro  che oggi restituisce l’ennesima faccia, l’ennesima rivoluzione, un cambio di rotta che però non si presenta mai repentino e violento ma che anzi si fa dolce abbracciando sempre quei punti di riferimento del suo vissuto personale e artistico. Dalle piccole cose quotidiane ai grandi pilastri del Blues, dai viaggi e alla vita che si raccoglie strada facendo fino ad arrivare a questo suono che si carica di visioni eteree a due passi dalla psichedelia più popolare. Dunque da oggi in rete arriva il singolo “Respiro”, con un video ufficiale in lo-fi che lascia intravedere il suo mondo, le sue immagini, le sue piccole e grandi ricchezze domestiche. Un rimando a quelle tinte che ricordano il sapore agrodolce di Claudio Rocchi ma anche quelle ballate eterne floydiane. Il suo nuovo disco, il primo interamente in italiano, si intitolerà “Tornerà” e sarà disponibile su tutti i canali a partire dal 20 Dicembre.

Il primo grande impatto con le sonorità mi riporta a quegli anni ’70 di Claudio Rocchi e di quel certo modo di coniugare la psichedelia alla canzone d’autore. Quanto ti ritrovi in questa immagine?
Grazie innanzitutto per questo accostamento al grande Claudio Rocchi, ne solo lusingato. Il suo “Volo Magico” e tante altre stupende canzoni credo abbiano influenzato tantissimi artisti della mia generazione e non solo. Personalmente sono maturato con il blues britannico di Eric Clapton, per poi scoprire il delta Blues immergendomi diversi anni in un ascolto quasi ortodosso di quella musica, recandomi anche nei posti sacri del Blues negli USA. Se vogliamo un’esperienza musicale a ritroso.
Da ragazzo ascoltavo tantissima musica, Italiana, Inglese e Americana, da Lucio Dalla, Battisti, Rocchi per l’appunto, Pink Floyd, Police, Led Zeppelin, Deep Purple, Hendrix etc… Scrivevo già canzoni ma la mia maturazione artistica è avvenuta immergendomi nel Blues.
C’è qualcosa in quella musica che fa uscire la parte più intima dell’anima e ti permette di tramutarla in note. Se si riesce a “sentire” davvero il Blues si possono fare grandi cose secondo me. Ma appunto è, come diceva Hendrix, facile da suonare ma difficile da sentire.
Dopo il periodo di immersione blues la mia musica è cambiata, maturata, è come se riuscisse finalmente ad esprimere sentimenti che fino a quel momento erano latenti. Il risultato è uno stile che non spetta a me definire, sicuramente di stampo cantautorale, che poco ha a che vedere con il blues ma se la si ascolta attentamente lo si può sentire come vettore emozionale, o se vogliamo nel mood di diversi brani.

Un disco che coccola e si completa con le piccole cose della tua vita personale. Un disco autoreferenziale o che in qualche modo cerca il dialogo con gli altri?
Assolutamente non vuole essere un disco autoreferenziale, instaura invece un dialogo con chiunque cerca profondità nella musica, chiunque voglia condividere emozioni e sentimenti con questo modo di comunicare. Io credo che con la musica si possono ancora condividere potenti energie, sia scrivendo canzoni, sia ascoltandole. Bisogna solo essere sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda, una volta aperto il canale di comunicazioni le emozioni fluiscono liberamente…

Tutto il suono cerca di restituire un dialogo nudo e crudo, anche durante arrangiamenti più corposi. Torneremo alle origini secondo te?
Non credo che torneremo alle origini, ma come in tutti i processi evolutivi periodicamente si rivisita il passato e lo si rielabora restituendo un qualcosa di più calibrato. È una sorta di retroazione positiva che inconsciamente influenza l’evoluzione e permette di stabilizzarla perfezionando quindi la nostra società. Non ce ne accorgiamo ma, parlando a livello musicale, il Blues continua ancora oggi ad influenzare gli autori, eppure è nato nei campi di cotone tra persone che cercavano semplicemente di esprimere uno stato d’animo, un mood come dicono gli inglesi. Ed è questo che io ho ricercato in questo cd, c’è un bassissimo utilizzo di sintetizzatori/Pad, grande uso di chitarre, linee di basso molto caratterizzanti, batteria molto asciutta e pianoforte naturalmente.
Si sarà capito che io prediligo e incanalo tutta la mia energia creativa sulla melodia. Le melodie belle fanno venire i brividi anche se solo fischiettate o canticchiate, il resto è, secondo me, un buon confezionamento necessario per ottenere un ottimo risultato, ma la melodia è quella che ti rimane in testa. Non è assolutamente vero, secondo me, che ormai si è detto quasi tutto a livello melodico.
Credo solo che oggi siamo molto focalizzati sul perfezionamento e ricerca dei suoni, arrangiamenti etc…lasciando un po’ in disparte la parte creativa relativa alla melodia nuda e cruda. Su questo punto forse sono d’accordo sulla necessità tornare un po’ alle origini…

Come ti confronti, da cantautore, con tutta questa omologazione sociale che in qualche modo significa anche indifferenza verso il nuovo?
Mi ritengo solo una piccola esile voce in un maestoso coro che proviene dall’intero globo e genera un rumore di fondo che volente o nolente interferisce con la vita delle persone. La mia ambizione è quella di far pervenire anche la mia voce a coloro che vogliono ascoltarla. È un po’ come lanciare messaggi nel cosmo. Gli scienziati lanciano periodicamente messaggi con la speranza o l’ambizione che qualcuno ad anni luce di distanza li ascolti e decodifichi. Questa cosa mi affascina, ed è forse uno dei motivi per i quali la mia musica porta con sé informazioni personali a volte intime, in modo che chi un giorno dovesse ascoltarla possa decodificarla con il solo uso dell’anima.

Questo video che lanciamo in anteprima… questo modo di mascherare i contorni, questo non essere sfacciati… questo mood lo-fi… cosa significa per te?
Indubbiamente “Respiro” è una canzone d’amore, ispirata dalla donna della mia vita ma anche dalle mie grandi passioni. Il videoclip è ambientato nello studio dove prevalentemente scrivo le mie canzoni. Questa stanza contiene parti improntanti della mia vita, l’amore, il blues, i viaggi, il lavoro. Tutti elementi svelati delicatamente. È come se l’ascoltatore guardasse attraverso uno spioncino fluttuante nella stanza, senza turbare la quiete e l’atmosfera indotta dalla musica. L’idea dietro questo video è proprio questa, in un mondo in cui tutto deve fare rumore, clamore, notizia per essere reale, ho voluto provare ad invertire il paradigma. Vorrei che questo brano lo si ascoltasse come se lo si suonasse insieme a me, nella mia stanza, illuminata solo da una lampada vintage anni ’60 e circondata da elementi a me cari.

Il titolo del disco che uscirà il prossimo 20 dicembre si intitola “Tornerà”… a cosa ti riferisci?
“Tornerà” contiene una serie di riflessioni sui nostri tempi, forse con un pizzico di nostalgia per i tempi andati probabilmente più sereni e meno schizofrenici di questi ultimi anni dell’era digitale. È un resoconto nudo e crudo che vuole spingere l’ascoltatore a guardare avanti, oltre il cortile, per poi rendersi conto che in realtà la vita lì fuori non è altro che una proiezione della nostra vita interiore.
Possiamo interferire con gli eventi, far sì che le cose accadano, da dentro o da fuori il cortile, ma possiamo anche subirli e soccombere ad essi…a noi la scelta! È un elogio alle debolezze dell’uomo, sono loro che ci fanno tornare sempre con i piedi per terra e ci caratterizzano. Tornerà è anche un’ammissione di colpe, responsabilità e finalmente presa di coscienza di noi stessi e del nostro lato più oscuro…
Tutto questo è racchiuso nel testo e nella musica di questo brano.