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Giorgiamariasara: uniformarsi alla media

Eclettico, metropolitano dai suoni rigidi e scuri colorati dalla produzione di Marco “Mandama” Dorizzi. Parliamo di Giorgiamariasara che torna in radio con il singolo “Autotune”, bandiera e allegoria critica all’omologazione di massa di oggi.

Sai che mi sarei atteso un bel videoclip? Come te lo immagini?
Avrei calcato anche lì la mano sul concetto di trasformarsi, o meglio “correggersi”, per rientrare in un canone. Probabilmente avrei optato per l’animazione e avrei rappresentato una sorta di rappresentazione realistica di un gioco di simulazione, in cui ogni volta che vuoi cambiare qualcosa di te, dalle caratteristiche fisiche alle abilità, puoi farlo usando la valuta del gioco che, però, sono i tuoi giorni di vita. Ogni cosa che acquisti sono un certo numero di giorni di vita che cedi. Non so, mi è venuta così, forse è un soggetto un po’ melodrammatico ma coi giusti accorgimenti e qualche centinaio di migliaia di euro potrebbe funzionare!

Specchio di questa società… che rapporto hai con le macchine infernali che tutto sistemano?
Non ho fino in fondo la percezione che le macchine ‘sistemino’ tutto. Perché le macchine aggiungono qualcosa e levano qualcos’altro. Non posso parlare di questioni tecniche oltre un certo grado di approfondimento perché sono una cialtrona, però posso dire che la precisione (non parlo solo delle voci, di qualsiasi suono incastrato e forzato meticolosamente perché sia a tempo o intonato alla perfezione) non sempre – alle mie orecchie – sistema. A volte possono trasformare un pezzo che di per sé non è niente di speciale ma in origine magari ha delle caratteristiche, delle sporcature che trasmettono qualcosa in… un pezzo che di per sé non è niente di speciale, punto.

Che poi il suono di questo brano è figlio di queste macchine volutamente o no?
Non lo so, potrei dire che è tutto calcolato e fare la splendida, ma in realtà l’arrangiamento di Autotune ha seguito la stessa strada di tutti gli altri: l’ispirazione del momento. E poi di un secondo momento, che l’ha messa in discussione. E un terzo. E un quarto. In nessuno di questi momenti si è fatta una scelta strategica, mi sa. Forse c’è stato un momento in cui ho proposto di mettere l’autotune nel pezzo – proprio perché si chiama autotune – ma Marco mi ha risposto che non succederà mai, né in registrazione né live, che usiamo l’autotune. Che mi pare anche un’affermazione un po’ lapidaria, ma tant’è. Io direi che tutto si può usare per cento ragioni diverse e non mi pongo nessun limite, mi bastano quelli che ho mio malgrado.

Il disco di Giorgiamariasara? Sarà digitale o analogico?
Io voglio il vinile. Io, che non ho un giradischi e ormai non ho più neanche un lettore CD, voglio stampare il vinile. Non lo so, perché. Forse perché quand’ero piccola c’era il feticcio del supporto analogico, era così che ti sembrava di sostenere l’artista, era così che facevi la tua preziosa collezione… e quindi sono affezionata.