Parliamo di libri. Parliamo di questo romanzo firmato da Gianluca Del Chicca intitolato “Quel dolorino in basso a sinistra” edito da Biblioteka Edizioni. Parliamo di questo romanzo piccolo, un racconto lungo, una biografia che corre all’indietro e che, a guisa di salmone che risale la corrente, ritrova la pace delle scelte “future” – o meglio attuali. Ritrovarsi appoggiati al Natale in una terra lontana e chiedersi cosa ci faccio qui… e dal qui ed ora risalire il fiume della vita con un piglio investigativo e spirituale ma senza quel pesante conflitto interiore che preme sulla coscienza e cerca ad ogni costo una risposta e un senso che sia buono sempre… anche per il tempo che, ormai passato, ci ha cambiato dentro un poco per volta. E quel conflitto interiore, Del Chicca lo somatizza con un dolorino in basso a sinistra, come il titolo del romanzo, e gli da retta ogni volta che lancia l’allarme. E lascia andare un treno, ne prende altri, incontra qualcuno e da qualcuno prende sempre qualcosa. Del Chicca poi sfoggia una narrativa leggera e pulita, senza pretese illuministe e senza poetismi – se mi si concede il termine – di scuole alte… anzi, per lunghi tratti, lo stampo sembra davvero adolescenziale, maturo ma adolescenziale allo stesso tempo. Una storia narrata al contrario. Ed è stato efficace nel saperlo fare senza svelare il finale del capitolo che seguirà. Una bella lettura, non impegnativa, accomodante e mai invasiva. Avremmo preferito qualche scossone in più… ma questa corrente da risalire è stata, o almeno così ci viene mostrata, assai calma e ben felice di accogliere chiunque voglia avventurarsi a ritroso. Ed il senso, alla fine, quando si trova… lascia sempre un buon sapore di nostalgia per la vita che abbiamo consumato.
C’era un ragazzo, un divoratore di libri che sui social si faceva chiamare Morris Che Cammina all’Indietro. Parliamo di anni fa. Poi credo che questo nome sia divenuto famoso o quantomeno l’ho visto scopiazzato in giro da diverse persone. Ma insomma: se fosse possibile, dice lui, i libri andrebbero letti al contrario. Ed è questa una bella caratteristica del racconto della tua vita…
Ad essere sincero non avevo mai sentito parlare di Morris Che Cammina all’Indietro, ma volendone seguire il suggerimento in effetti, ed è una cosa a cui non avevo mai pensato prima, anche letto al contrario il mio libro sarebbe completamento sensato, si potrebbe partire dal capitolo venti arrivando al primo senza nessun problema, a parte qualche piccolo aggiustamento ovviamente.
Questo perché la mia storia si svolge al contrario, mi sono davvero ritrovato una vigilia di Natale in una taverna londinese, ed è da lì che parte la narrazione. Era la Pembury Tavern, poco distante dalla casa in cui vivevo al tempo, entrai e scelsi il tavolo più isolato che trovai, era accanto ad una finestra. Attorno il clima era di festa, io aprii il computer e cominciai a guardare fuori da quella finestra chiedendomi come fossi capitato lì, ed iniziai in quel momento la stesura di ciò che sarebbe diventato “Quel dolorino in basso a sinistra”, ed essendo la trama a ritroso nel tempo è davvero possibile leggerlo partendo dalla fine…si potrebbe quasi dire che è un libro palindromo!!
Perché identificare la coscienza con un dolorino in basso a sinistra? Oppure esiste davvero anche questo?
In realtà è un dolore fisico vero e proprio che mi prende in maniera intermittente a sinistra all’altezza del colon!
È lì che ormai da una ventina di anni somatizzo ogni tipo di stress, inquietudine, scadenza o problema. Si può dire che questo dolorino sia un mio compagno di viaggio inseparabile, e fino a che la causa scatenante non si esaurisce basta che ci pensi ed ecco che il dolorino sopraggiunge. Seppur ad intermittenza me lo porto insomma latente addosso e quando emerge significa appunto che c’è qualcosa che non va; più che identificarlo con la coscienza possiamo dire che è un personale campanello di allarme che cerca di mettermi in guardia, ed è difficile crederlo ma nella parte destra non mi ha mai preso, solo e sempre in basso a sinistra…
Che poi parliamo di coscienza, di consapevolezza o semplicemente di sesto senso?
Non potendo parlare di coscienza vera e propria, è forse più una sensazione, consapevolezza di una specie di sesto senso, somatizzando l’ansia in basso a sinistra il mio colon infatti è ormai diventato come un senso aggiunto, e il dolorino la percezione di un problema in atto o in arrivo. Facendomi compagnia da ormai molti anni ed essendo sempre all’erta, questo dolorino in basso a sinistra è ormai parte integrante del mio essere, è una presenza con cui so che devo fare i conti quando se ne presentano i presupposti, oltre che il titolo della mia prima raccolta di poesie e del romanzo.
Ci piacerebbe sapere di più di quel concorso a cui hai partecipato… o comunque a cui ha partecipato il protagonista…
Il racconto è piuttosto fedele alla realtà, al tempo abitavo a Firenze e partecipavo a diversi concorsi di poesia inedita. Un giorno rientro a casa dall’università e trovo nella cassetta delle lettere una busta a mio nome, non una delle classiche dove sai che ci saranno bollette o pubblicità, la apro e scopro che la poesia “Camera con vista su un giardino abbandonato” aveva vinto un premio in quel di Chiavari. Annesso c’era anche l’invito alla cerimonia di premiazione, ed essendo la Liguria facilmente raggiungibile, ho pensato subito di accettare l’invito cercando di coinvolgere quelli che poi sarebbero diventati due tra i miei più cari amici del periodo fiorentino, Tommaso e Stefano, divenuti il Vate e il Vecchio dal giorno di quella premiazione. È così che ci siamo buttati in questa gita on the road, seguendo le tappe narrate nel libro, in una giornata che ha cementato la nostra amicizia e ci ha fatto sentire liberi e spensierati, padroni del tempo anche solo per un giorno, con l’epilogo quasi a notte fonda in una Firenze sonnecchiante, felici e complici…
Tra l’altro tra pochi giorni ci rivedremo nuovamente a Firenze in occasione del matrimonio del Vate, dove certamente riparleremo di quella giornata lontana, e forse anche dei versi di quella poesia, che vorrei riscrivere qui sotto…il titolo già lo sapete:
Anche quella notte doveva finire.
Lo pensai più volte
quando il sole ancora
era alto nel cielo,
questo pensiero mi rincorreva,
tutto sarebbe finito
con l’arrivo del nuovo giorno,
il sogno tornava realtà,
la luce tornava tenebra.
Era la nostra ultima notte,
l’ultimo sussulto comune,
una sfida alla sorte
intrisa di insulti e sorrisi,
una falsa insistenza
a cercare di pensare
che basta volerlo
e tutto può cambiare.
E la notte intanto passava,
tra inganni e passioni,
principesse e commedie,
passava la ladra
e non riuscivo a fermarla,
ho provato a incastrarla
ma senza successo.
Mi ha stretto le mani alla gola,
porto i segni da allora
indelebili sulla pelle,
ogni secondo che scorreva
stringeva sempre di più,
ho cercato di resistere
ma sentivo le forze
abbandonare il mio corpo
come in una lenta processione
di fedeli incappucciati,
e quando ho chiuso gli occhi
sconfitto oramai,
mi ha svegliato il dolore
di un pugno luminoso.
Anche quella notte era finita.
E oggi la letteratura come la musica, distrattamente trattata dall’interesse dei pochi. Tu come la vedi?
La letteratura segue probabilmente il passo dei tempi, è potenzialmente in espansione perché i canali di accesso, le possibilità e i modi di usufruirne sono molteplici, così come coloro che scrivono e riescono a pubblicare sono molto più facilitati nel farlo che in passato; a fronte di ciò però la forbice tra lettori e non si sta allargando, così da temere che in futuro possa quasi diventare, se non prodotto, potremmo dire utilizzo di nicchia. Questa è una visione forse troppo pessimistica, noto infatti intorno a me, ad esempio sui mezzi pubblici, un incremento di persone con un libro cartaceo in mano o un e-book, la stragrande maggioranza continua però ad essere incurvata sugli schermi dei telefonini alienandosi in chat o App tra le più disparate…c’è speranza? Chissà, certo musica, letteratura ed arte in generale sono cultura, e la cultura è l’unica arma contro l’ignoranza e il regresso, e insomma ripensandoci forse no, soprattutto l’Italia mi lascia sempre meno speranza…
Da questo libro… il tuo dolorino in basso a sinistra cosa ti suggerisce che possa accadere?
Il dolorino in basso a sinistra mi suggerisce che non è semplice cambiare le carte in tavola, che il tempo è probabilmente la cosa più importante che abbiamo ma che non fa sconti, il più delle volte rimangono solo i ricordi e le esperienze, e più se ne accumulano e meglio è.
Mi suggerisce che alle volte farsi trasportare dal caso e dal corso degli eventi è comodo e forse anche una scelta oculata, ma anche mettersi in gioco in certe situazioni è necessario perché indietro non si può quasi mai tornare, e quando l’equilibrio è precario c’è solo da mettersi a sedere, aprire la finestra e guardare l’orizzonte, accettare ed accettarsi, tanto il dolorino che adesso ci sta affliggendo è destinato a passare, anche se non si sa per quanto…