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GEDDO: la ricchezza dei duetti e delle piccole cose

Il nuovo disco di Geddo è una sintesi di vita, di violenta verità, di sfacciata e cruda soddisfazione, laddove diviene salvifico e ovvio ricondurre se stessi alle origini invece della verità invece che inseguire l’effimera perfezione dell’apparire. Non è da Geddo, cantautore di radici americane nello stile, con questa chiave pop e una voce che in questo nuovo disco “Fratelli” si è lasciata andare alla verità… parola importante per un lavoro che non indossa maschere. Tanti i duetti, tante le collaborazioni che meritano di essere sottolineate… tante le sfaccettature sociali di queste liriche che in fondo, da qualunque punto le si guarda, di vita e di verità parlano senza filtri e senza menzogne. Un disco trasparente… dunque ostico e difficile da codificare oggi. E ci piace per questo…

Fratelli: che parola importante questa. Da dove nasce il titolo?
Vengo da un album che si intitola Alieni (2017) che rappresentava per me un disco sull’incomunicabilità, sulla difficoltà ad intrattenere una comunicazione autentica e un rapporto vero con le persone. Dopo tre splendidi anni di live su queste tematiche per reazione ho avuto bisogno di cantare la complicità, la somiglianza, tutte quelle persone con cui invece, proprio grazie alla musica ma non solo, mi sono ritrovato in piena sintonia per le strade, le piazze e nel web; anche se sconosciuti a volte per me sono stati fratelli.

Oggi chi sono per te i “fratelli”? Chi può chiamarsi davvero così?
In un mondo autoreferenziale, che si pubblica da solo, che esterna virtualmente, superando dialogo ed empatia c’è un manipolo di pirati moderni che non hanno abbandonato la strada e le piazze e hanno seminato complicità ed emozione. Sono Fratelli tanti colleghi cantautori, ma anche qualcuno che viene da mestieri impensabili o semplicemente dal pubblico e ormai fa parte dello spettacolo. Lo spettacolo del riconoscersi e del resistere riconoscendosi come Fratelli.

Ha anche un accenno al lato religioso e spirituale?
Beh, io penso che la somiglianza che riconosciamo nello spirito degli altri sia poi il fondamento della fratellanza spirituale che presuppone l’esistenza di un Padre più o meno eterno. Ma nel disco non arrivo a confutare questa conclusione; mi basta sottolineare in quest’epoca digitale che esistiamo per davvero e che se ci incontriamo e proviamo emozioni simili o riconoscibili di fronte a un film, a uno spettacolo o a una canzone vuole dire che in qualche modo siamo connessi nell’anima. Devo anche dirti che il titolo corretto sarebbe stato Fratelli e sorelle. Il disco contiene riferimenti a tante figure femminili che sono assolutamente protagoniste delle mie complicità e condivisioni. Però davvero Fratelli e sorelle sarebbe stato un titolo troppo ecumenico e papale. Non me la sono sentita.

Mi colpisce questo bianco e nero in copertina… quasi un rimando al passato… come a dire che certi valori erano proprio del passato?
A volte mi considero un neo classico, credo che certi valori come certi suoni e certi attitudini vadano attualizzati ma resi duraturi tramite una forma classica. E’ una scelta che non rifugge il modernismo ma che privilegia la durabilità delle canzoni. Mi piace cantare tutto il mio repertorio per cui tendo a riferirmi a un mondo che abbia una scadenza indefinita piuttosto che una chiara lettura del momento in cui sono cantate. Il riferimento all’oggi l’ho invece ben presente nei testi.

E secondo te oggi questi valori che nuova codifica vivono? E la musica stessa… che sembianze sta prendendo?
Ora che, per quanto poco fisica, sta prendendo una forma e ora, che finalmente ci capisco qualcosa, mi piace la musica oggi. Si sta evolvendo e i valori si stanno in qualche modo traducendo nelle forme agili dei nostri tempi. A volte rischia di rimanere tutto sotto traccia ma credo che per ogni valore conti l’incisività e non la sua forma più gessata e pomposa. Io non posso più fingermi giovane ma la musica mi regala la strada e la notte e lì le rigidità si sfumano e i contatti sono più facili. Sono fiero dei ragazzi di oggi; hanno rivoluzionato la musica, il modo di ascoltarla e di realizzarla. Finalmente in Italia c’è stato un ricambio generazionale che ha cancellato tanta musica falsa e inutile e anche tanti fan di una canzone finto sofisticata che non arrivava da nessuna parte. Sono contento di dire la mia in un contesto rivitalizzato anche se ovviamente ho la mia storia e i miei anni e non ho voglia di appartenere ad un decennio piuttosto che a un altro.