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FRIGO: ci piace “Non importa”

Il nuovo disco dei FRIGO si intitola “Non importa”. E ci piace molto. Molto nella sua coerenza pop, molto nella sua intenzione di voler essere anche popolare, che è cosa ben diversa a rifletterci. Un disco ampiamente anticipato da premi e riconoscimenti ma quel che ci preme sottolineare di questo nuovo lavoro, oltre alla produzione di questa nuova label del gruppo iCompany e cioè luovo, è proprio la semplicità, la scorrevolezza dei brani che si rendono immediati e ricchi di atmosfera. La melodia si fa ricca e godibile anche complice questa voce che è proprio mirata nel target estetico del disco. Avremmo preferito una maggiore personalità invece di richiuderci sempre nella moda degli anni ’80 e ’90 di questi suoni digitali, però c’è da dire che in questo disco il tutto sembra godere di un equilibrio assai intenso. Un disco dedicato alla vita, alla radice delle cose importanti, dai rapporti personali di “Quando tu non ci sei” alla vita tutta nella bellissima “Via dei Bardi”. La bandiera di questo disco, se fosse possibile segnalarne una soltanto, è il brano “La gioia e l’ansia”. Che forse tutto il senso di disco può esser chiuso (metaforicamente parlando) dentro questo brano…

Emblematica questa copertina. Vorrei partire da qui. Come a dire che in ogni momento della vita, anche sul finire, ci sono sempre prove?
Quello che volevamo esprimere era l’importanza di essere insieme nel percorso. I nostri due anziani della copertina si trovano davanti ad un ostacolo. L’ultimo? L’ennesimo? Lo supereranno? Non importa. Il punto è che corrono insieme. Questa copertina vuole essere un invito a non correre da soli.

Cosa davvero non importa per i Frigo?
Non importano i grandi successi e in grandi insuccessi della vita. Le grandi novità e i grandi cambiamenti. Importano le piccole cose della vita di tutti i giorni. Perché quelle piccole cose sono molto di più la nostra vita di quanto non lo siano i grandi eventi. A noi interessano tutte le emozioni che accompagnano queste piccole cose. La felicità improvvisa un martedi pomeriggio la malinconia improvvisa un mercoledi sera, l’ansia del lunedi mattina, la nostalgia dell’estate, del primo amore, delle lasagne della nonna. Tutte cose che non importano, eppure contano. Tutte le emozioni che entrano ed escono nelle nostre giornate senza forse cambiare quello che facciamo, ma dando un senso a tutto. E quando a fine giornata ti trovi a raccontare cosa hai fatto, ecco che senza quelle emozioni ti sembra di non vissuto.

E a questo punto: crediate ci sia davvero qualcosa che risulta importante per tutti? O che dovrebbe esserlo?
Condividere la vita. Non nel senso di mostrarla su un social. Viverla insieme. E’ uno dei segreti della felicità. Forse.

Un progetto come i Frigo lo inquadro molto di rivoluzione. C’è del punk nello spirito: come a dire che si entra nel sistema delle cose per dissentirlo. E voi dal pop di tutti i giorni cercate di lanciare un messaggio di rivoluzione… o sbaglio?
La nostra è una rivoluzione Fantozziana. Cerchiamo di mostrare il Fantozzi che è dentro ognuno di noi. Il Fantozzi che ha paura di vivere, si sente fragile, il Fantozzi che ha delle parti oscure, magari rosica, ma poi è capace anche di amare, a modo suo, e di grandi gesti. E abbiamo scelto il pop perché Fantozzi è pop. Ce n’è uno in chiunque.

E quanti “Leoni di cortile” ci sono che rovinano la festa? E quanti sono comodo i leoni di cortile per far andare la festa in un certo modo? E con ciò penso ai social…
Di “Leoni da cortile” ce ne sono tanti, ma dobbiamo stare attenti a non pensare di non averne un po’ dentro anche noi. Nella canzone Leoni da Cortile, parliamo proprio di questo, ovvero di quando scopri di non essere quel meraviglioso romanzo che ti racconti ogni giorno. E’ importante ricordarselo, farci i conti, e cercare di migliorarsi.

Sentite “Le casse” dappertutto. Ed io penso alla musica in generale. Ormai davvero la sentiamo dappertutto. Anche il non sentirla più così ovvia e ovunque sarebbe una bella rivoluzione non credete?
L’eccesso di musica, così come l’eccesso di informazioni sono una nuova forma di censura. Con tutto il bombardamento a cui si è sottoposti non si riesce veramente a fruire a fondo di nulla. E si rimane confusi come prima. Compriamoci un disco e un libro e la rivoluzione è fatta.