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Francesco Anselmo: fotografando un pensiero di vita

Dietro il silenzio di uno scenario suggestivo come quello di Polizzi Generosa, in Sicilia, dentro il silenzio di una notte di provincia dove l’amore torna alle dimensioni umane e sincere, fin dentro il DNA del proprio vissuto quotidiano… ecco dove rintracciare le verità di questo nuovo brano di Francesco Anselmo, già a due passi della Targa Tenco 2018 come Miglior Opera Prima… ed oggi nuova pagina di questo viaggio in musica, nuovo singolo, forse un nuovo disco. Il tutto corredato dal video diretto da Gandolfo Schimmenti ad incorniciare un suono pulito e credibile di dolce canzone d’amore pop italiana. Passa qui la grande ispirazione di un cantautore…

Fotografia… parola chiave per un brano che forse ha la maggior forza nel video che appunto… fotografa. Cosa ne pensi?
Con Gandolfo Schimmenti, amico e regista del videoclip, volevamo fotografare il concetto di volgere lo sguardo oltre le vedute così da riuscire a creare scenari con la mente. Anche la canzone da una lettura simile: trovarsi di fronte a un presente totalmente diverso da come era stato immaginato in passato, ma comunque oltrepassare quel momento volgendo lo sguardo al futuro. Fotografare un momento era l’obiettivo e sono soddisfatto del risultato.

Penso fortemente al concetto di provincia. Vivere nei piccoli borghi è così impossibile? Emigrare nel centro città è davvero un bisogno?
Vivere nei piccoli borghi non credo che sia impossibile, anzi. Ogni volta che torno a casa, a Polizzi, mi rendo conto di quanto la qualità della vita sia molto più alta in questi piccoli centri. La prima cosa che si nota è la freschezza dell’aria! Può sembrare banale, ma là differenza che si percepisce quando si respira è davvero pazzesca.
Poi è pur vero che Il centro città, nel mio caso Roma, offre moltissime più possibilità; quindi più che un bisogno direi che si tratta di una “scelta forzata”. 
In sintesi penso che gli stimoli che si possono cogliere tra piccolo borgo e centro città sono diversi, entrambi molto utili e affascinanti, ma completamente opposti.

Dopo l’opera prima che ha meritato tanto come mai oggi esce solo con un singolo? Il nuovo disco?
Il nuovo disco è in fase avanzata di scrittura. Nel senso che ho già pronte diverse canzoni, ma sto finendo di scriverne altre per avere una maggiore possibilità di scelta. 
Ci tenevo nello stesso tempo ad uscire con un singolo che anticipasse questo nuovo lavoro; “Lo dici veramente” è l’anteprima perfetta per quello che sarà il mio secondo disco. Il mood infatti sarà quello lì…

Dicono che il secondo disco sia davvero una responsabilità…
Adesso più che mai mi rendo conto che Caparezza aveva ragione nel dire “…il secondo album è sempre il più difficile per la carriera di un artista…”. Questo perché oltre alla responsabilità di uscire con un progetto nuovo legato al primo, ma diverso; c’è anche il confronto con se stessi e con la piccolissima esperienza acquisita appunto con la prima pubblicazione. 
Tutto questo è difficile, ma affascinante e stimolante dal mio punto di vista.

Il futuro è sempre diverso da come ce lo siamo immaginati. Ma questa secondo te è una sconfitta o una evoluzione?


Anche se potrebbe sembrare una sconfitta, in realtà penso che dovremmo cercare sempre di trarre positività dalle cose che vanno in maniera diversa. È questo il messaggio centrale di “Lo dici veramente”. Credo che dovremmo tutti imparare a trasformare le sconfitte in evoluzione.

La canzone d’autore oggi… dagli occhi di un cantautore come te? Che scena si vede? E se pensi a Sanremo…?
Oggi la canzone d’autore sta vivendo un momento di difficoltà ma nello stesso tempo un momento di grande mutamento, dovuto principalmente al corrispettivo mutamento sociale. Rimango sempre convinto che il compito della canzone d’autore sia e rimanga quello di raccontare un tempo, un momento e tutto ciò che ne sta intorno. Ci sono tantissimi cantautori molto validi che lo fanno benissimo e questo mi fa ben sperare. 
Sanremo è la rassegna più importante che abbiamo in Italia e come tale penso che rappresenti uno dei palchi più ambiti da chi, come me, di questo mestiere vorrebbe continuare a viverci.