Giunto alla sua nona edizione, Sexto ’Nplugged si conferma come uno degli appuntamenti estivi da non perdere per gli amanti della musica e della sperimentazione.
Il festival, ambientato nell’ampio spazio centrale del complesso Abbaziale, vuole percorrere strade alternative, anche se non contrapposte, rispetto al luogo in cui si svolge.
Artisti d’avanguardia e di provato spessore culturale che, a seconda delle situazioni, adattano il loro repertorio al luogo. Viceversa, il luogo si plasma all’artista stesso, risultando amplificatore di emozioni verso il pubblico che ascolta, come da slogan del Festival “QUANDO IL LUOGO DETERMINA LA MUSICA”.
Spesso vengono allestiti dei veri e propri set dedicati a sperimentare nuove soluzioni con gli strumenti concordati, strumenti essenziali che permettono alla musica di fluire libera.
Negli anni Sexto ’Nplugged ha denotato una certa capacità nella ricerca artistica, con artisti di tutto rispetto che si sono esibiti nelle precedenti edizioni: Carmen Consoli, Afterhours, Antony & The Johnson, Ludovico Einaudi, Blonde Redhead, Anna Calvi, Scott Matthew, The Charlatans, Fanfarlo, Ane Brun, Mum, Teho Teardo & Blixa Bargeld e tanti altri.
EMILIANA TORRINI – 14 LUGLIO 2014
Definita dal New York Times “una cantautrice dalla forza delicata e dal misticismo tangibile”, Emiliana Torrini si è imposta all’attenzione di tutto il mondo nel 2008 con Me And Armini, disco che raggiunto la n.30 nella Billboard Top Chart.
Cantautrice ed artista islandese ma di origini italiane, nel 1995 Emiliana Torrini incide e registra, per il 50esimo compleanno del padre, una serie di cover in chiave blues jazz, brani che poi diventano un album, Crouçie D’Où Là, che vende oltre 15.000 copie in Islanda, restando al numero 1 per diversi mesi.
L’anno successivo esce Merman, disco che mette in luce la sensibilità dell’artista. Sempre più attratta dalla scena elettronica, nel 1999 esce Love In The Time Of Science: prodotto da Roland Orzabal dei Tears For Fears, il nuovo lavoro decreta Emiliana Torrini tra le nuove leve della scena trip-hop.
L’album conquista i favori di critica e pubblico, permettendo all’artista islandese di intraprendere alcune fruttuose collaborazioni, tra cui quella con Kylie Minogue, per la quale scrive il brano Slow, che si guadagna una nomination ai 47° Grammy Awards.
Il 2005 è l’anno di Fisherman’s Woman, album dai toni pop che ottiene un successo trionfale agli Icelandic Music Awards. L’ennesimo cambio di direzione di Emiliana Torrini vede la luce nel 2008 con Me And Armini, definito dall’artista stessa come un disco di transizione, carico di un songwriting più facile e divertente. Me And Armini ottiene un clamoroso successo praticamente ovunque.
L’ultimo lavoro di studio risale allo scorso settembre: pubblicato da Rough Trade, Tookah “è l’essenza di ognuno di noi”, ed è a questa essenza che si ispira la nuova vena artistica della cantante islandese, mossa dal desiderio di fare un passo indietro per ritrovarsi, spogliando il più possibile i brani.
“Tookah” è una parola inventata, alla quale mi sento legata in un modo molto profondo e gioioso. Esprime l’improvvisa gratitudine che provi quando senti che, senza fare nulla di particolare, tutto appare perfetto e in armonia per un momento. Alcuni chiamano questa sensazione “dio”, io la chiamo “Tookah”.
THE WAR ON DRUGS – 15 LUGLIO 2014
Adorati dalla critica musicale e dai numerosi fans in tutto il mondo, The War On Drugs nascono ufficialmente nel 2008, con la pubblicazione dell’EP Barrel Of Batteries, a cui segue, un paio di mesi dopo, l’album di debutto Wagonwheel Blues. Il progetto vede inizialmente la luce negli anni 2000 come unione di più spiccate personalità cantautoriali, tra cui il fondatore Adam Granduciel e Kurt Vile.
Alcuni cambi di formazione, che permettono a diverse influenze musicali di insinuarsi piacevolmente nella mente di Granduciel, e nel 2008 la formazione è al completo, con un sound perfezionato e raffinato, tra psichedelia, shoegaze e chiari riferimenti di stampo roots americano.
Nel 2011 esce l’acclamato Slave Ambient, un disco delicato e nostalgico, tra cantautorato sixties e neo-psichedelia. Granduciel, mosso dall’esigenza di lavorare con qualcuno per costruire la sua idea di rock, intraprende un personale processo di ricerca e nel 2014 esce Lost In The Dream, sempre per Secretly Canadian, l’etichetta che li segue sin dagli esordi.
Il nuovo lavoro si presenta come un disco pulito, dai suoni dilatati di matrice space-ambient e soft-rock, in un’atmosfera ovattata e senza tempo. Registrato in una dozzina di studi in giro per gli Stati Uniti, Lost In The Dream vede la collaborazione di Jeff Zeigler come ingegnere del suono.