Diego Esposito e il suo dono di raccontarci esattamente quello che è…e non penso sia un’impresa proprio così ovvia. Musica acqua e sapone. Ho già letto altrove questa definizione e mi è piaciuta tantissimo. Soprattutto calza con lo spirito artistico che il nostro giovane cantautore restituisce in questo suo esordio fatto di bella musica italiana. Giovane, fresca, attuale e per nessun motivo presuntuosa. Si fa geolocalizzare in qualche modo, la terra che vive è fonte di ispirazione come lo sono gli affetti e la vita che scorre leggera in una normalissima normalità. E poi i suoi riferimenti artistici: la collaborazione di Zibba e la vena da saggio paroliere di Silvestri con quei suoni precisi e moribidissimi o con quei ritmi che appena strizzano l’occhio a momenti “latini”. Diego Esposito e il suo disco d’esordio dal titolo “È più comodo se dormi da me” ci regala un bel respiro di aria fresca che di certo non porta alcuna novità…ma almeno è fatto di cuore, di arte e di mestiere.
Un disco pulito da contaminazioni territoriali. Eppure citi la Toscana. E poi dov’è quel “Vecchio eliporto”? Insomma…di dov’è questo primo disco? Ha una casa localizzata?
Questo disco è una parte delle cose che ho vissuto fino ad oggi, posti, volti, pensieri e ricordi, è come se fosse un po’ il mio diario personale e quindi come me si sente a “casa” in vari posti.
Parliamo di suono: tutto così pulito ed educato alla faccia del sapore di ruggine della scena indie…
Ho sempre scritto con la mia chitarraccia acustica, ci tenevo che le canzoni venissero fuori per come erano state concepite, non ho mai scritto niente che volesse appartenere ad uno specifico genere musicale,
Il disco che ci canti è il disco che ti somiglia? Spesso penso che dietro un esordio c’è anche una sorta di test da fare con se stessi, per conoscersi o per riconoscersi…non trovi?
Questo disco racconta una parte di me, quindi direi che mi somiglia molto, riconosco periodi della mia vita.
Canzone d’autore oggi…social network e vetrine mediatiche…Sanremo…che cosa sta accadendo alla musica dal tuo giovane punto di vista?
Che tutto è sempre in evoluzione è a noi non resta che stare al passo coi tempi, almeno per quanto la “comunicazione”. Per quanto riguarda le canzoni cerco di fare sempre il meglio che posso, cerco di non farmi influenzare dalle tendenze se non le sento mie, se poi mi trovo a mio agio in una cosa di tendenza tanto meglio, penso che in tutto questo marasma di musica ci sia qualcosa di buono…fortunatamente
L’equilibrio o la rivoluzione? Questo disco sa di equilibrio e di normalità…ma l’essere artisti è una devozione che si fa alla rivoluzione…
La cosa importante nella musica come nella vita è la coerenza, se uno si sente la rivoluzione dentro è giusto che faccia il rivoluzionario, sono cosciente che il mio disco è controtendenza perchè è lontano dalle sonorità della maggior parte della produzione attuale, è un disco che da senso di normalità equilibrio perché ho abbastanza guerre nella testa e con la musica cerco la pace 🙂
Ci lasci un ricordo della tua esperienza nei Talent?
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