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COMELINCHIOSTRO: esordio a carboncino

Un esordio dal titolo “Di che cosa hai paura?” quello di Giorgio Bravi alias COMELINCHIOSTRO. Un lavoro che cerca la raffinatezza in una spiritualità inseguita dietro un connubio per niente scontato e facile da digerire sulle prime. Il cantautore del Montefeltro proviene dai “boschi” incantati di se, ove cerca di agguantare un senso attraverso l’osservazione, l’arte delle attese, dietro uno sguardo che sia di fiducia più che di condanna. La canzone di COMELINCHIOSTRO si adagia con sicurezza su testi che non si risolvono in maniera scontata ma badano molto alla melodia, complice anche questa voce sottile ma non troppo, graffiata ma non troppo, a cavallo tra il Max Gazzè degli esordi (come per esempio nella prima traccia “Chissà”) e un Baglioni riflessivo (come nella bellissima “Disegnerà”). Il disegno appunto, l’immagine diviene fondamentale per questo disco, che lascia correre parallelo il concetto di tratto di-segnante a quello del suono e della parola na-rrante… almeno questa è la visione che giunge. E in questo intricato svolgersi di trame dub, elettroniche e decisamente digitali, COMELINCHIOSTRO mi dice di come l’essere umano si dipana nella vita come l’inchiostro o come una matita… ed è forse questa la materia di cui è fatta la spiritualità che abbiamo dentro. Dunque un disco dal sottotesto importante, che strizza l’occhio alle arie di un antico Battiato facendo sfoggio di una elettronica fin troppo moderna, quasi inflazionata purtroppo. Dai testi poi arriva il calore che serve per vedersi dentro… almeno si spera…

Quanta solitudine umana c’è in questo disco?
Tanta. Non so quanto di essa sia reale e quanto sia soltanto una nostra percezione della realtà comunque per quanto ci sforziamo di essere animali sociali la solitudine ci assale con una facilità che a volte mi spaventa. E paradossalmente in un mondo perennemente e costantemente connesso la sensazione di solitudine sta peggiorando invece di migliorare .. “dov’è finita la società? Dov’è finita la società?” .. credo che nonostante la nostra costante ricerca di benessere il posto dove stiamo veramente bene è quello dei rapporti umani, dell’emotività del quotidiano; questo disco è un po’ un modo di ricercare quella roba li, vorrebbe essere una sorta di presa di coscienza.

E quanta ricerca di se hai nascosto nel sottotesto delle tue canzoni?
Tana libera tutti … molta in effetti, anche nei personaggi femminili, tanto che potrebbero essere considerati degli Alterego di Comelinchiostro. Parlo molto di me nelle mie canzoni, di quello che provo, del mio rapporto con il mondo e con la gente, di quello che credo sia giusto (per quello che può valere il mio parere) .. non perché io voglia offrire delle verità, ci mancherebbe, solo mi piace condividere le domande, credo che se i dubbi che abbiamo li condividiamo possiamo renderci conto che i nostri dubbi molto spesso sono anche quelli degli altri .. e ci sentiamo meno soli.

C’è il tempo, c’è l’ambizione, c’è tanto disegno espresso in più modi, c’è la semplicità. E nonostante tanta elettronica, non ci sono macchine e robot in questo disco. Come mai?
Le macchine Robot arriveranno nel prossimo disco .. promesso .. ho già iniziato a lavorarci e uscirà nel 2019. Anzi se devo dirla tutta anche nel live sono già presenti le macchine Robot, sono la diretta conseguenza del mondo che abbiamo voluto e che in un modo o nell’altro abbiamo contribuito a creare; se si vuol essere onesti dal punto di vista intellettuale non possono mancare.

Restando sul tema: perchè tanta elettronica e non restar confinati tra i sentieri del bosco?
Perché nel bosco è bello camminare ma è anche facile perdersi .. la realtà è fuori dal bosco e dalla realtà non è giusto scappare; credo che sia fondamentale trovare un equilibrio. Sicuramente c’è una parte di realtà anche nel bosco come c’è un po’ di bosco nella realtà .. solo è importante non confondere le cose .. se no non ci si raccapezza più niente .. .. sono stato troppo cervellotico?

A parte i giochi di parole, l’elettronica mi incuriosisce, da una parte è una cosa nuova, dall’altra un ritorno al passato in effetti. Per quello che mi riguarda offre una possibilità di soluzioni emotive che mi attrae molto .. l’elettronica può essere molto emotiva in effetti .. ecco forse è questo perché mi piace usarla ..

Parliamo di COMELINCHIOSTRO: il tuo nome significa che la tua musica è come l’inchiostro? In altre parole, io ascolto qualcosa che posso anche vedere?
Interpretazione fichissima .. credo che potrei rispondere di si a questa domanda .. anche se si non è la risposta giusta .. O meglio .. io ascolto qualcosa che emotivamente posso anche vedere .. è esattamente l’approccio che ho nel mio modo di fare musica .. però non è questo il motivo per cui ho scelto il nome d’arte di Comelinchiostro.
Nessuno è immune al suo bisogno di essere se stesso. Ma a volte essere se stessi è la cosa paradossalmente più difficile che si possa ottenere. Chi sono io veramente? Qual è il mio posto nel mondo? Dov’è finita la società? Quali sono le cose e soprattutto le persone che hanno contribuito a farmi diventare quello che sono? Quello che sono è dipeso più dal loro contributo e dalla loro influenza o da quello che ho dentro? Un giorno, qualche anno fa è morta mia nonna materna, si chiamava Caterina ma tutti la chiamavamo China, come l’inchiostro. Non ho realizzato la sua assenza fino a che poco più tardi ci ha lasciati anche mio nonno .. a quel punto la mancanza è diventata reale e ha creato un bisogno, il bisogno di cercare. Cercare il posto che sia il motivo per cui siamo qui, forse sarà piccolo, ma sarà il mio; e una volta trovato: ”dargli spazio, farlo durare”. Comelinchiostro è stato un modo per restare insieme ai miei nonni.

E poi ascolto “Tempo e virtù” e non so dirti perché penso a “Il Piccolo Principe”…
Uno dei miei libri preferiti, è uscita una versione in cartone animato qualche tempo fa, bellissima, a natale l’ho regalata ad un sacco di amici .. ma non avevo mai associato tempo e virtù al piccolo principe .. la voglia di crescere e di cercare, la paura di provarci veramente, gli ostacoli da affrontare, le paure da vincere, il rapporto con gli altri, un rifugio dove salvarsi .. in effetti tempo e virtù è tutte queste cose. Credo che l’associazione mi piaccia molto, è strano come attraverso il parere degli altri si capiscono un sacco di cose di se stessi .. questa cosa non dovremmo dimenticarcela mai.