Come a dire che il tempo scorre e va ma non cancella e anzi, se possibile, fortifica e consacra. E dopo 20 torna alla luce da un cassetto questo disco che celebra un incontro e un matrimonio artistico di lunga data, quello tra Beppe Dettori e Giorgio Secco. Un disco di grande pop italiano, dai retrogusti blues, dal fermentato potere visionario dell’amore e dalla semplicità di chi ha pulita l’anima e la voce. Beppe Dettori, che di certo ha poco bisogno di presentazioni, dopo 20 anni rispolvera e restituisce vita a questo disco che decide di intitolare “@90” proprio perché l’opera è stata incisa in quel tempo e di quel tempo immortala ogni sfumatura di costume e di suono: 11 inediti scritti da Dettori e Secco e registrati tra il 1998 e il 1999 aperti all’ascolto da un omaggio con l’intramontabile “Monnalisa” di Ivan Graziani di cui troviamo anche un video ufficiale in rete. In ascolto… la declinazione migliore per quando si decide di parlare di vero pop d’autore made in Italy.
In genere per un artista basta poco tempo per guardare al passato delle sue opere come un qualcosa di ormai vecchio e poco rappresentativo. Quindi tirar fuori un disco dopo 20 anni… che effetto fa?
La vita di un artista non si può generalizzare, troppo soggettivo.., Quello che è vecchio per me, non lo è per un altro e così via. In riguardo a “@90”, titolo dell’album, poterlo pubblicare fa un gran bell’effetto. Forse per le angherie delle direzioni artistiche nei nostri confronti, che ci tennero a “bagnomaria” per un anno e quindi un senso di rivalsa e soddisfazione esser riusciti a pubblicarlo grazie a UNDAS. POI ricordiamo 2 nostri amici bassisti che han suonato nel progetto e che sono tragicamente scomparsi, LEANDRO MISURIELLO e SILVIOI VERDI. POI perché ci piace tantissimo come suona, come sono le stesure, dilatate, senza i diktat discografici o promozionali… MUSICA, POP ROCK IN ITALIANO.
Anni ’90. Da qui il titolo. Da qui i suoni… e come ci si confronta con le abitudini, i gusti e i suoni di oggi?
Di certo non cerca il confronto, nè la gara a cosa è meglio. Vuole solo essere ascoltato e suonato live. A mio parere i gusti, le abitudini e i suoni di oggi sono meravigliosi nel momento in cui portano ricchezza artistica e non appiattimento culturale.
È un bellissimo disco questo… che il bello arrivi proprio dal vero di questa musica? Lo chiedo pensando a quanta finzione c’è oggi… soprattutto nei suoni…
Grazie per il complimento, intanto! Io ho 54 anni e faccio musica da 30 anni e ho imparato a vivere dalla musica dopo 7 anni che portavo avanti questa impresa, “vivere dalla musica”, cioè un magico sogno. Vivo da un sogno e per me non è “lavorare” ma farcire la mia passione finora inesauribile. Finché sarò albergato da tale passione spero di essere esempio per i giovani o per chi sente la musica come me. I suoni e la finzione fanno parte del “gioco”. Non sono un purista e non mi schifo di niente che arrivi dalla musica… Cerco la sincerità però.
A proposito di oggi, tu che se anche un artista estremamente attuale. Come la vedi la musica di oggi?
Beh, attuale è una parola grossa… cerco di stare al passo, ma non riesco così bene… Comunque la vedo bene e male, sia col bicchiere mezzo pieno che mezzo vuoto. Ci sono stati enormi cambiamenti, Discografia, Editoria, Live Performance, Crisi, Nuove Tecnologie, Downolad, Streaming… adoro suonare, cantare e ascoltare la musica dal vivo. In qualunque modo o espressione. Dall’Avanguardia al Trap dal Jazz alla Lirica, World-music o hard rock… potessero esserci più spazi per suonare live e DECRETI SALVA MUSICA, saremmo in una nazione che predilige il cambiamento e l’arricchimento culturale. Come dice qualche mio illustre collega, la musica è in mano ai ricchi.
E se ti parlassi di pop: perché oggi tutti alludono a questa parola con un significato negativo? Questo “@90” è un disco di grande pop secondo me…
Si son in accordo con te, è un disco di pop-rock in italiano… mai pensato che la parola pop avesse significati negativi, anzi… (pop- popolare, canzone popolare, canzone d’autore ecc., assolutamente positivo) Poi personalmente i miei gusti non incontrano determinate manifestazioni di POP, ma sono sacrosanti se fatti con sincerità e onestà.
Inevitabile chiederti che rapporto hai con la musica di Ivan Graziani…
Grande stima. Maestro e sperimentatore di rock e di struggenti ballads. “Monnalisa”, la canzone che abbiamo riletto, è la mia preferita, perché mi fece cambiare punto di vista sul fatto che si potesse fare rock in italiano tenendo strutture blues-rock Hendrixiane.