Filippo Zironi ci fa vedere il suo lato “Orso”, si maschera e maschera la sua verità… o forse è esattamente il contrario forse sta levando via ogni facciata di apparenza per tornare alla verità “animale” che dovremmo riconoscerci addosso. Nel progetto che firma con lo pseudonimo di Be a Bear pubblica il suo esordio ufficiale dal titolo “Climb your time”, un lavoro interamente generato con uno smartphone e la cosa si rende assai interessante vista la resa efficace e decisamente ricca di personalità. Dipinge la società di oggi, dipinge il rinnovare dei links )a tal proposito bellissimo il video di lancio) a cui tutti siamo ormai soggiogati, dipinge un Dio che ci mette in guardia verso la “distruzione” dell’essenza uomo prima di tutto. Be a Bear in questo disco realizza una musica liquida, sottile, che sguscia senza particolari ingranaggi austeri, con un’elettronica digitale che non ha la presunzione e non inventa. Ha il piglio berliniano e quella postura inglese che piace tanto quando si deve parlare di tendenze e di mode. Eppure è italiano di questa nuova scena indie. Buon ascolto.
Orsi e uomini. Di certo non la prima associazione che verrebbe in mente. Come ci sei arrivato?
L’idea dell’orso e del nome Be a Bear prende spunto da un viaggio fatto in Canada dove ho avuto la fortuna di conoscere da vicino la cultura dei nativi americani. Ero ospite di una signora che apparteneva alla tribù dei Mohawk. L’orso è un animale sacro e simbolo di tutte le tribù e quindi ho scelto di usarlo come nome per il mio progetto. Da questa avventura in Canada sono tornato a casa cambiato e arricchito a livello personale dunque l’idea era creare qualcosa che mi potesse “spiazzare” anche a livello musicale.
Siamo un po’ tutti orsi dentro. Abbiamo qualcosa dell’orso. Dovremmo forse tornare a celebrarlo di più – con opportuni modi?Come a dire: dovremmo tornare a rispettare di più il nostro istinto animale?
Esatto! “Be a Bear” infatti è anche un’esortazione, una strada da seguire. Per me vivere da orso vuol dire tirare fuori la parte più selvaggia, quella che di solito nascondiamo meglio; dovremmo essere tutti più animali e meno uomini, più legati alla nostra terra, più in contatto con la natura. Più selvaggi.
Realizzare un disco con iPhone. Pensi sia il futuro o semplice via di fuga comoda?
Più la seconda!Per me la scelta dell’iPhone deriva semplicemente da una necessità: unire le tante idee al pochissimo tempo disponibile. La fortuna, la realtà, è che ognuno di noi ha sempre un cellulare con se, bene, io lo tiro fuori e lo “smanetto” nei momenti morti creando musica o costruendo video. Probabilmente se non avessi scelto di usare l’iPhone non sarei riuscito a pubblicare ancora niente, invece in due anni e mezzo ho pubblicato due album e un ep!
E a proposito di futuro: ne metti molto in questo lavoro. Che significa per te “il futuro”?
Rispondo in modo breve e semplice: cercare sempre la FELICITÀ!
Molto bello il video di “About Links”. Se ci svegliassimo senza più connessioni, secondo te cosa accadrebbe nei rapporti umani?
Sarebbe la fine dell’umanità perché siamo animali sociali, abbiamo bisogno di relazioni, non possiamo farne a meno. La società ci spinge a volte invece ad isolarci ed è qui che iniziano i problemi.