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Alice Caioli: c’è spazio per la verità.

Diciamoci la verità. Tutti fingiamo, neghiamo, mentiamo. Ognuno a suo modo. Ognuno quanto crede opportuno. Un disco contro l’ipocrisia e contro i servi del partito dell’apparire. Bellissima lei, Alice Caioli, siciliana ma soprattutto mediterranea quanto serve per non distogliere lo sguardo. Vincitrice del premio Lucio Dalla a quest’ultimo Festival di Sanremo con il singolo “Specchi Rotti” ora esce con un disco, il suo esordio, la sua prima incisione pubblica (come direbbe qualcuno). Si intitola #NEGOFINGOMENTO e dal titolo la dice lunga, anzi lunghissima. Una produzione vertiginosa di appena una settimana portata per mano da Andrea Maestrelli e Francesco Guasti che hanno collaborato alla composizione dei brani. Sono 10 inediti di un pop digitale di chiara matrice R’n’B all’italiana maniera, che significa occhio attento alle melodie e poca ricerca di chissà quale suono imperante. Da buoni melodrammatici è la voce che deve uscire protagonista sempre e comunque anche colorata di quel lieve sapore di acido e di ruggine che un poco graffia e un poco ci emoziona. E il disco di Alice Caioli emoziona soprattutto quando si abbandona ai cliché della cantante e si arrende a se stessa. Lo avvertiamo forse più di tutti nel singolo “Specchi Rotti” di cui la rete ci restituisce un bellissimo video clip, ma anche in “Scacco matto” o nella struggente “ChiaroScuro”, forse il momento più alto e sincero di un disco che sa come colpire l’ascolto e la passione. Un lavoro forse eccessivamente plastificato nei suoni e nella produzione, che sfida a testa alta le bellezze industriali del grande main stream internazionale ma che forse, da buon italiano quale sono, avrei preferito più verità, più incerti istanti di umana sembianza – come direbbe qualcuno. Finezze a parte, da Sanremo ora la strada è bella che avviata, di certo in salita come per tutti, ma questa volta c’è temperamento, carattere, un timbro vocale che si rende riconoscibile per l’espressività più che per l’estetica e una canzone che non si adagia sugli allori di ritornelli immediati ma valorizza un messaggio che, per quanto intimo e personale, arriva a lambire il quotidiano di tutti. Un disco di donna. Finalmente.