Alessandro Santo pubblica il nuovo singolo “L’Abisso“, un brano intimo e di estrema sensibilità. Scopriamo qualche dettagli in più…
Ciao Alessandro, da dove nasce l’ispirazione per il nuovo brano “L’Abisso”?
Non ho avuto bisogno di ispirazione per questo brano, ho pescato dal mio vissuto. Se si trova il coraggio di scavare a fondo dentro la propria storia, ognuno di noi trova qualcosa di straordinariamente forte da dire, da dirsi. Negli ultimi due anni eventi straordinari per la loro complessità mi hanno portato a cercare le cause antiche della loro manifestazione, per riuscire a dare nome e cognome alle sensazioni che mi hanno investito, ed è stato necessario tornare all’infanzia.
Sei riuscito a trattare questo tipo di tematiche con una sensibilità sconvolgente. Senza entrare nelle tue dinamiche personali, credi di poter aiutare chi ha toccato il fondo e ha intenzione di rialzarsi?
Credo che chiunque possa aiutare il prossimo raccontando una parte di sé. Non c’è niente di più utile e meno noioso dell’essere veri. Condividendo un pezzo del mio percorso credo di si, di poter aiutare per lo meno a riflettere sul fatto che non si è soli e questo, può sembrare poco, ma è una rivoluzione (forse quella dei patetici, di chi non si vergogna di ciò che prova e di condividerlo). Il peso è più leggero quante più persone partecipano a sostenerlo e dire “è successo anche a me” a volte può salvare una vita.
Secondo te, la musica è uno strumento fondamentale per conoscere sé stessi?
È ormai noto che si impari davvero soltanto passando attraverso le emozioni. Credo che l’arte di emozionarsi ed emozionare sia uno strumento fondamentale.
A quali sonorità ti sei ispirato per la produzione di questo singolo?
Non ci sono sonorità specifiche a cui mi sono ispirato, ho trovato una chitarra una sera in cui mi stavo annoiando a morte ad una festa e mi sono isolato. Cercavo qualcosa di serio in quel marasma di luoghi comuni e cazzate che si dicono in certi riti mondani e quel giro di accordi mi è sembrato qualcosa di serio. Ho immaginato l’e-bow su quel giro e, come spesso accade quando cerco qualcosa di serio, attingo al post rock o alla contemporanea.