Impossibile raccontare certi dischi soprattutto quando hai uno spazio limitato dal mestiere di oggi. Alberto “Caramella” Foà ha sempre scritto per altri. Oggi invece scrive per se stesso e usa la sua voce e scegli il suo suono oppure lo fa scegliere ai tanti amici e colleghi, tra cantautori e musicisti, accorsi a festeggiare questo “esordio” che ovviamente esordio non è per chi come lui ha di storia e carriera dentro le tasche. Si intitola “Basta unire i puntini” ed è il suo disegno finale a commuovere tutti, questo disegno che possiamo immaginare dietro le righe di un disco che è ispirato dalla semplicità della vita, dietro le righe di questo suono meravigliosamente reale, vero, umano, dai contorni che tremano di passione… questo disco trasuda la passione delle cose vere. E non serve dire molto altro…
Quanta fanciullezza dentro questo lavoro… posso dirtelo? Cosa ne pensi?
Puoi ben dirlo e hai centrato il puntino. C’è anche una canzone, “La Parte Migliore di Me” dove provo a chiarire il concetto: il gioco, i sogni, l’istinto, le passioni, le emozioni, gli amori, gli amici, per certi versi il candore e l’entusiasmo: abbiamo bisogno di restare bambini e quando non ci riusciamo di saperci tornare. Senza sovrastrutture e canoni prestabiliti: fanciullezza, in quel senso, è bellezza allo stato puro…
Che rapporto hai con il tempo? Perché penso che questo sia un disco molto attento al tempo…
Talmente attento al tempo da mescolarlo, in questo disco. Di provare a confonderlo e a stranirmi con lui. Il tempo inteso come convenzione non mi interessa, ma il tempo che vola e sta fermo in un tempo solo, senza direzione a parte l’intensità che ne accompagna l’attraversarlo è una delle chiavi più importanti del vivere. Tra verità diverse e favole vere. E, ovviamente, anche nelle canzoni…
E poi trovo magnifico questo volersi contornare di amici nelle tante collaborazioni. Però da un altro lato sembra che tu voglia tirare le somme e festeggiare la fine di un percorso… qual è la ragione dunque?
Altro colpo a segno. Ho chiamato amici con passioni in comune, prima tra tutte quelle per la musica e l’arte. E sì, volevo tirare le somme, almeno dei puntini uniti fino ad ora. Poi ce ne sono sempre di nuovi, ma questa -lo canto nel pezzo che dà il titolo al brano- è un’altra canzone…
Il suono di questo disco è assai importante, complimenti. Come l’hai raggiunto in questo tempo di pandemia? Lavoro di distanze o di prossimità?
I complimenti vanno girati in toto ai musicisti (che ci hanno messo l’anima, la loro e quella degli strumenti, perché è un disco tutto suonato, senza computer) e soprattutto a quello straordinario ingegnere del suono che è Lele Battista, un vero gigante anche per sensibilità…
Dal vivo finalmente… leggo dai social già qualche data. Sarà la prima volta anche sotto questo punto di vista?
Trattandosi del mio primo disco da interprete sì, quello di sabato 19 giugno sarà il primo live in presenza (ho realizzato uno speciale per Radio Rai un mesetto fa) dedicato alle canzoni cantate da me. In passato ho partecipato a qualche concerto di altri con qualche brano e a diversi recital, ma con una band di 6 elementi oltre a me, sarà davvero la prima volta. E una gran bella scommessa. Se vuoi e puoi venire chiamami, che ti invito e ti faccio tenere un posto…