Disco delicato, suono che incontra e sposa la melodia, tecnica che conduce per mano dentro trame digitali molto spesso ancorate ai cliché del santo main stream. Paolo Bottini e Sergio Guida dalla pandemia portano via una nuova nascita, un moto di resistenza tutto personale che significa anche un ponte diretto con la spiritualità, sempre sotto forma del pop sia chiaro. Nascono così i Blu 21 e questo primo disco d’esordio dal titolo “Ricordami”.
Nasce quel bisogno di esprimersi che trova nelle liriche un morbido volo a planare nella consapevolezza dell’esistenza, assecondando derive più romantiche raccolte e ispirate dalla vita vissuta, paragrafi di storia che potrebbero esser parte di ognuno di noi. Il bisogno di esserci, di essere capiti, ricordi, memorie… tanta nostalgia di questo tempo che passa che quasi quasi sembra didascalico anche dentro il suono digitale che mai si avventura dentro arroganze psichedeliche o post-rock. L’amore su tutto, in ogni sua forma. E poi il suono, dicevamo, scritto e diretto da Paolo Bottini in prima persona: un suono che disegna scenari sempre ampi, aperti, di quando in quando anche sospesi e non risolti come piace al mio gusto sempre in cerca di distopia. Il modo di evoluzione e la scrittura mettono appetito e lasciano intravedere quel bisogno di evasione dai canoni ma senza mai farlo per davvero, lanciandosi in qualche dove in modi dance spudoratamente anni ’90… forse soltanto in “Panoramica”, brano che secondo noi raggiunge un vertice di qualità dentro l’ascolto, si esce appena dalla strada maestra battuta dai due. Qui mi pare evidente il cemento delle periferie, un gusto underground con questa voce che cerca le metriche del rap senza mai abbandonare la canzone e la sua forma. Belli i suoni che forse soltanto in questa occasione si avventurano lontano o almeno ci provano… in effetti ho voglia di denunciare una certa sottilissima monotonia nel resto di tutto l’ascolto, anche complice forse il cantato che cerca sempre quella posizione dentro lo spettro e dentro le dinamiche.
“Ricordami” è una priva prova interessante, dentro la tecnologia che guida il pop e la leggerezza della canzone italiana. Riferimenti a questo lavoro se ne troverebbero mille ma devo dire che i nostri, nel loro istinto, hanno saputo trovare una quadra di personalità che va menzionata… target che troppo spesso manca anche dentro produzioni più importanti. Dunque “Ricordami” mi lascia dentro quel sentore di esperimento, ben riuscito, affamato e ispirato… da qui in avanti dunque le carte sono buone assai per giocarsi partite decisamente di più larghe vedute.