Che bel suono quello di Mirco Menna. Che bel disco questo “Il senno del pop”. Che bella prova d’autore che sinceramente da uno come lui, amante di Modugno e di quel piglio francese, avremmo atteso qualcosa che andasse proprio in quella direzione e invece ci ha sorpresi… ed è sempre un gran segno di arte e crescita l’essere sorpresi. Certamente ritroviamo quei segni inconfondibili come nella title track “Il senno del pop” o il gioco tra circensi e derivato come nella strepitosa “Il Descaffalatore” o la finta America noir nel singolo “Così passiamo”. Ma sorprendentemente troviamo splendide canzoni come “Portati da un fulmine” che ha delle esotiche soluzioni di arrangiamento da spiagge da sogno oppure l’Italia, la bella nostra Italia antica di tradizioni, di macchine d’epoca, di locande e di quella melodia che vedremmo benissimo in un film di Totò. Ritroviamo ZIBBA a duettare in “Prima che sia troppo tardi” che certamente è un pezzo da Zibba. E il disco si chiude con due omaggi alla sua carriera, quella di Menna ovviamente. Due brani live di cui il primo, “Da qui a domani” è un modo per celebrare il suo passato con la Banda Avalo con cui il nostro cantore bohémien ha fatto grandi cose. Un disco rosa, un disco che si presenta come un bel pezzo pop da hit, un disco che penso faccia grande l’ironia e lo sberleffo perché dentro c’è tutt’altro che pop: c’è la poesia, c’è il suono dolce e curato, c’è l’Italia e il mondo intero, c’è la storia e il gusto sopraffine di chi sa fare davvero canzone d’autore. Punto e a capo.