Si intitola “A piedi nudi (Psichedeliche ipnotiche nudità)” questo nuovissimo lavoro di inediti di Silvia Conti. La cantautrice toscana riordina idee, colori, filosofie e note e pubblica un lavoro prodotto con la collaborazione del chitarrista Roberto Mangione (suo compagno di vita) e della RadiciMusic di Aldo Coppola Neri. Finemente curato nei suoni pop come nei colori un poco hyppie (come non aspettarselo dall’artista bohemien che è sempre stata Silvia Conti). L’aria sanremese di quella “Luna nuova” che un poco faceva pensare alla Rivale e un poco alla Bertè, oggi diventa voce vissuta, un poco ruvida, un poco consapevole che non è la rabbia a dover veicolare i messaggi quanto invece la maturità della comprensione. Capire cosa accade e saperlo descrivere è un mestiere di inarrivabile difficoltà. “A piedi nudi” sa fare anche questo con brani assai interessanti, puliti e sinceri come “Mattina” (con quei sapori rionali) oppure in “Il canto della scimmia” (con quell’inevitabile citazione speriamo a Morris piuttosto che a Gabbani) e poi ancora giù nella tracklist che ci presenta anche un omaggio in italiano a Patti Smith e il singolo di lancio “Tom Tom” in cui la metafora deve arrivare come un coltello arrugginito sulle illusioni. Fermiamoci a penna a fare due chiacchiere:
Silvia Conti torna a fare musica. La sua musica. Questa volta nessuna collaborazione. Come mai questa scelta?
In realtà collaborazioni ci sono state, solo che questa volta sono stati gli altri a lavorare per me. Desideravo davvero tanto tornare a fare qualcosa di mio, avevo tante cose da dire e finalmente è arrivato il mio momento.
La canzone d’autore oggi… si è detto tutto o si deve ancora dire tanto?
Si è detto tanto ma forse si può dire ancora tutto. Le cose cambiano e cambiano anche i modi di vederle e raccontarle, quindi il campo è ancora tutto a disposizione. Sempre che ci sia qualcuno che vuole ascoltare…
Ti lancio un’analisi. La tua “Scimmia” non balla ma canta… purtroppo il rimando è immediato…
Guarda, sarò franca: il pezzo io l’ho scritto diversi anni fa. Quando ho deciso di inserirlo nell’album e quasi contemporaneamente è uscito Gabbani ho pensato che sarebbero arrivate parecchie domande del genere e così è stato. L’argomento è simile ma trattato in modi diversi. E questa può essere parzialmente una risposta alla domanda precedente.
Ultima domanda. In rete troviamo il video di “Tom Tom”: giocando con le parole, secondo te fare musica è anche orientare l’anima delle persone?
Penso proprio di si, o almeno a me succede. Quando ascolti qualcosa che riesce a entrarti dentro in qualche modo ti cambia. E’ la cosa bella della musica, dell’arte in generale. Ed è una reciprocità: io non so se sono stata in grado di cambiare qualcuno ma di sicuro sono cambiata io.
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