Janua fa breccia nelle emozioni con “Disincanto”, una ballata elettro-pop che racconta un viaggio di liberazione interiore. Accettare una fine e augurare felicità non è semplice, ma qui diventa poesia in musica. Un invito a scoprire sé stessi tra suoni moderni e un testo profondo.
Un caro saluto a te, Janua. “Disincanto” è una sorta di rivincita?
Ciao a tutti voi. Grazie per questa opportunità. Disincanto non solo potrebbe essere una rivincita, ma anche una presa di coscienza. È come svegliarsi da un sonno e ricominciare a vedere se stessi davanti lo specchio.
È difficile accettare la fine di un amore? Perché, all’inizio, sembra quasi impossibile ripartire da sé?
Io credo ci siano tanti segnali e presagi che portino alla fine di un amore. Sta a noi tentare di seguirli e capire cosa si vuole fare. Se ci si ama si lotta assieme per correggere il sentiero, ma se ad un certo punto stai lottando da solo, per quanto difficile possa essere, LASCI ANDARE, ACCETTI. C’ho messo un po’ per capirlo.
Ma quando riesci a ripartire da te stesso allora è fatta. Piccoli passi ogni giorno
Secondo te, la musica è uno strumento efficace per arrivare al cuore degli ascoltatori? Perché?
A mio modesto parere, la musica è una grande “psicologa” e una grande amica. Se vuoi piangere, ridere, introspezione, Lei c’è. C’è sempre. È magia e catarsi.
C’è un verso del brano che vorresti portare all’attenzione del pubblico?
Se posso ne scelgo due: “ASCOLTERÒ I I MIEI PENSIERI E COPRIRÒ I TUOI RUMORI SEGRETI ” e ” STAMM’ A SENTE STAMM’A SENTE CHI CE TENE A UNO O MODO TROVA
SEMPE”…ma è meglio non chiedermi il perché. Hahaha!!!!